Politica e Sanità
17 Luglio 2017No alla presenza di medici nelle farmacie, anche solo per vaccinare. La Federazione degli ordini dei medici dice no a ogni ipotesi di nuove norme che ripropongano l'emendamento a firma della senatrice Patrizia Manassero(Pd) ora tolto dal decreto legge vaccini in fase di conversione. La norma, formulata in una prima stesura dal presidente Fofi Andrea Mandelli per rimettere in pari quest'autunno molti giovani privi del pedigree vaccinale completo attraverso inoculazioni praticate da medici e infermieri in farmacia, per gli ordini dei medici «avrebbe creato disorientamento nella corretta individuazione dei profili di responsabilità e nella sicurezza delle cure». Il consiglio nazionale Fnomceo resta preoccupato "nonostante la dichiarazione di non procedibilità dell'emendamento". E ribadisce: l'unico luogo appropriato per la pratica vaccinale è rappresentato dalle strutture Asl e dagli studi dei medici di famiglia e pediatri, «che costituiscono una rete più capillare e dotata di adeguato setting professionale, in coerenza con quanto previsto dai Livelli essenziali di assistenza». Invece, svolgere attività mediche in farmacia esporrebbe a «rilevanti rischi di precariato, sottoccupazione, conflitto di interessi se non addirittura prestanomismo.Solo la relazione diretta il Farmacista (e non con la struttura) potrebbe garantire una collaborazione interprofessionale etica».Parole che ci conferma a Farmacista33 il vicepresidente Fnomceo Maurizio Scassola. «Non stiamo facendo alcuna battaglia contro i farmacisti e il loro Ordine, ma chiediamo di riportare il confronto tra le professioni anziché sottoporre al legislatore testi che parlano del rapporto tra medici (e infermieri) e struttura-farmacia. Non possiamo accettare logiche secondo cui i medici sono considerati al servizio dell'impresa-farmacia. Per fare una proposta ai cittadini si deve partire da un confronto tra professioni».
Certo, all'estero il medico-vaccinatore in farmacia c'è; in Inghilterra -riporta la newsletter di Federfarma citando sondaggi locali -su cento vaccinati in farmacia da medici venti avrebbero declinato l'offerta se gli fosse stata fatta nello studio del medico curante o in un ambulatorio medico. E da quest'anno saranno dei farmacisti in Francia a praticare l'antinfluenzale, a certe condizioni (paziente non "naif" e senza reazioni avverse). «Noi rifiutiamo la logica di rapportarci agli esempi, ora europei ora del resto del mondo», ribatte Scassola. «La normativa dell'Unione Europea non ci impone di soggiacere a modelli organizzativi diversi dal nostro. Dobbiamo piuttosto riflettere sull'evoluzione del Servizio sanitario italiano che vanta esperienze eccellenti a livello regionale: in Veneto mmg e pediatri raggiungono il 75% del target per l'antinfluenzale nei loro studi. Dove i professionisti sono coinvolti si vince, dove non lo sono no, e allora urge creare un'omogeneità di comportamenti. La farmacia s'impone come modalità integrativa nelle realtà dove i modelli messi in campo non funzionano. Di queste cose Fnomceo vuole parlare con i Farmacisti e con loro intende individuare in modo corretto i profili di responsabilità e sicurezza delle cure». Il comunicato Fnomceo termina invocando la messa in rete o la "creazione di spazi che consentano definite allocazioni di competenze, responsabilità e risorse". A quali condizioni il medico o l'infermiere possono venire a praticare i vaccini in farmacia? «Ripeto, a oggi, stanti le premesse e i modelli di collaborazione ventilati nell'emendamento non c'è spazio per il medico nemmeno in strutture dedicate in farmacia. È vero, c'è un'impresa che in questa fase storica fa fughe in avanti, ma prima ancora ci sono professionisti del sistema pubblico che hanno dimostrato di saper dialogare fra loro, e dalla loro integrazione - Medico e Farmacista- il paese deve partire».
Mauro Miserendino
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