Politica e Sanità
16 Novembre 2011Un mondo senza medicinali costerebbe salato al sistema sanitario ed economico italiano. E'' uno dei principali risultati di uno studio condotto dal Centro Europa Ricerche (Cer), in collaborazione con Farmindustria
Senza i medicinali di cui oggi disponiamo, la spesa sanitaria pubblica lieviterebbe progressivamente fino ad arrivare ad un aumento del 16% nel 2040, pari a un peso per le casse dello Stato di circa 60 miliardi di euro. Crescita che nel 2005 è stata calcolata al 6% per passare poi al 10% del 2025, al 14% del 2035 fino al picco massimo del 2040. E'' uno dei principali risultati di uno studio condotto dal Centro Europa Ricerche (Cer), in collaborazione con Farmindustria, presentato a Roma, che ha calcolato il valore complessivo dei benefici economici diretti e indiretti dell''uso appropriato dei farmaci, simulando di conseguenza il maggiore carico di spesa, a tutti i livelli, che comporterebbe l''assenza di medicinali. Lo studio, coordinato da Vincenzo Atella, della facoltà di Economia di Tor Vergata di Roma, ha preso in esame i dati delle patologie cardiovascolari, respiratorie e del sistema nervoso, che insieme rappresentano il 53% della mortalità totale e della disabilità dovuta a malattie croniche. Ebbene, è risultato che la disponibilità e l''uso appropriato dei farmaci per questi malattie, oltre a garantire una migliore qualità di vita, hanno permesso un risparmio netto di costi per il Sistema sanitario nazionale pari a circa 12 miliardi di euro l''anno, di cui 6,4 miliardi (52%) rappresentati da minori costi sanitari e 6 miliardi (48%) da minori costi indiretti. Lo studio, presentato oggi, ha voluto verificare, dunque, se e quanto la spesa farmaceutica possa contribuire alla crescita economica del Paese attraverso la riduzione della morbilità e della mortalità e il miglioramento della qualità di vita dei pazienti. E ha calcolato i risparmi che il farmaco può comportare sulla spesa sanitaria complessiva. Da anni, infatti, il contenimento della spesa è in tutti i paesi, compresa l''Italia, uno degli obiettivi principali delle politiche pubbliche. Obiettivo sempre più difficile da centrare di fronte all''aumento degli anziani e dalle malattie croniche. Secondo gli autori della ricerca, alla luce di questi dati, "bisognerebbe considerare la spesa sanitaria, e quella farmaceutica inparticolare, come un investimento altamente produttivo. Questa sarebbe oggi una delle poche soluzioni percorribili per sperare in sistemi sanitari finanziariamente sostenibili, che possano evitare, in un futuro prossimo, indesiderate operazioni di razionamento dell''accesso alle cure sanitarie per la popolazione meno abbiente".
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