Politica e Sanità
19 Aprile 2018Gli integratori alimentari, in quanto alimenti, devono essere sicuri per definizione, ma non è previsto alcun rapporto rischio-beneficio come per i farmaci e non possono in alcun modo fare riferimento a proprietà di prevenzione, trattamento o cura di malattie, ma solo ad effetti di natura nutritiva o fisiologica. Così l'Associazione italiana industrie prodotti alimentari (Aiipa) replica ad "alcune informazioni non corrette" riportate nel position paper "Alimenti, diete e integratori: la scienza della nutrizione tra miti, presunzioni ed evidenze" diffuso dalla Fondazione Gimbe.
Nel suo paper la Fondazione, dedicando un passaggio alla valutazione dell'efficacia degli integratori alimentari ha affermato che "nonostante la progressiva espansione del mercato, gli studi controllati su integratori di vitamine e minerali non dimostrano evidenti benefici per la prevenzione di patologie cardiovascolari e neoplasie, evidenziando addirittura maggiori rischi per alcuni micronutrienti". Di conseguenza, sostiene Gimbe, "l'utilizzo di integratori multivitaminici e multimineralici non è raccomandato per la popolazione generale e nemmeno in gravidanza; al contrario, è di provata efficacia l'assunzione mirata di specifici integratori in alcune fasi della vita (gravidanza, neonati, ultracinquantenni) e in sottogruppi a rischio nei quali il fabbisogno nutrizionale non può essere soddisfatto con la sola dieta".
Secondo Aiipa, "gli integratori alimentari sono alimenti, destinati ad integrare la normale alimentazione e contribuire al benessere dell'organismo; in quanto alimenti gli integratori devono essere sicuri per definizione, non è previsto alcun rapporto rischio-beneficio come per i farmaci e la sicurezza è un prerequisito non discutibile o derogabile in alcun modo. Gli integratori non possono quindi in alcun modo fare riferimento a proprietà di prevenzione, trattamento o cura di malattie, ma solo ad effetti di natura nutritiva o fisiologica".
Per quanto riguarda gli effetti, l'Associazione ricorda che la normativa europea rappresentata dal Regolamento (CE) 1924/2006 sui claims "ha sottoposto a valutazione da parte di EFSA e ad autorizzazione le indicazioni sulla salute attualmente utilizzabili. Per le sostanze non ancora valutate a livello europeo, come ad esempio piante ed estratti, il Ministero della Salute ha normato l'utilizzo e le indicazioni". Infine, la sicurezza degli integratori che "è garantita dai sistemi di controllo e di vigilanza previsti dalla legislazione alimentare europea e nazionale, tra i quali il Sistema di Allerta Rapido Europeo (Rasff), i quali hanno garantito ad oggi sicurezza e lo sviluppo di un mercato che, per i livelli di consumi raggiunti, non può che essere valutato positivamente in questi termini. In Italia, in modo ancora più rilevante rispetto ad altri Paesi dell'Unione Europea, il Ministero della Salute ha operato con strumenti di garanzia aggiuntivi rispetto a quelli previsti dalla normativa europea, come l'autorizzazione degli stabilimenti italiani, la notifica dei prodotti e l'istituzione di un Registro dei prodotti notificati, presente on line sul portale del Ministero della Salute, consultabile da tutti, consumatori e addetti ai lavori".
Gli integratori, conclude la replica di Aiipa, "non possono in alcun modo sostituire una dieta sana ed equilibrata, ma il loro uso può essere utile in particolari momenti della vita, come ad esempio la gravidanza e la menopausa, o nel supportare le funzioni fisiologiche del nostro organismo al fine di mantenere un buono stato di salute".
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