Politica e Sanità
17 Maggio 2018È stato individuato a partire dal 2009, un nuovo fungo del genere Candida, Candida auris, associato a infezioni in ambito sanitario, di cui si sa ancora poco, se non che causa candidemia, infezioni di ferite e otiti ed è che il numero dei casi sia aumentato in modo significativo negli ultimi 2 anni. Al momento, non sembra interessare l'Italia ma il Ministero della Salute ha comunque ritenuto opportuno favorire la massima diffusione del Rapid Risk Assessment elaborato dal Centro Europeo per la prevenzione delle malattie (Ecdc) di Stoccolma presso le strutture sanitarie, inclusi presidi ed aziende ospedaliere. Il documento fornisce aggiornamenti dal punto di vista clinico ed epidemiologico, nonché indicazioni per l'accertamento diagnostico, la prevenzione del contagio in ambito ospedaliero, il controllo dei focolai. Ma secondo l'Ecdc è necessario aumentare la conoscenza della Candida auris nelle strutture sanitarie europee, in modo che si possano adottare le strategie di laboratorio e implementare misure adeguate di prevenzione e controllo delle infezioni, laddove necessario. L'informativa del Ministero è stata inviata agli Ordini dei farmacisti dalla Fofi proprio "per opportuna conoscenza e a fini di divulgazione".
Secondo l'indagine dell'Ecdc, la candidosi invasiva è la malattia fungina più comune nei pazienti ospedalizzati, si stima che negli ospedali europei il genere Candida sia il "quinto patogeno più comune associato alle setticemie, isolato nel 7,4% di tutti i casi documentati". La Candida auris è un fungo emergente che è stato descritto per la prima volta nel 2009, associato a infezioni invasive e focolai in ambito sanitario. Casi di Candida auris sono stati segnalati da diversi Paesi in diversi continenti, Le infezioni correlate all'assistenza da Candida auris, riportate in letteratura, consistevano in candidemie a carico di pazienti con gravi patologie di base o immunosoppressione, come pazienti con diabete mellito, malattia renale cronica, infezione da HIV, tumori solidi e neoplasie ematologiche; casi sono si sono verificati anche in neonati. Tuttavia, anche pazienti senza alcuna grave malattia di base sono esposti al rischio di malattia invasiva in corso di focolai intra-ospedalieri e a seconda del reparto interessato.
Tra i fattori di rischio identificati nei pazienti che hanno sviluppato un'infezione da Candida auris si menzionano: l'esposizione a procedure e dispositivi medici, tra cui cateteri venosi centrali e urinari, chirurgia, trattamento con antibiotici ad ampio spettro e ricovero in unità di terapia intensiva, trattamento con antimicotici sistemici. La grande maggioranza dei campioni di Candida auris descritti in tutto il mondo sono resistenti al fluconazolo e alcuni studi riguardano isolati multi-resistenti ad altri azoli, all'amfotericina B e alle echinocandine (con tassi variabili a seconda degli studi). La difficoltà nell'identificazione in laboratori e la scarsa conoscenza di questa specie di Candida possono ritardare la diagnosi precoce, aumentando il rischio di trasmissione orizzontale. Secondo i dati dell'Ecdc il numero di casi di Candida auris riportati nei Paesi europei è aumentato in modo significativo negli ultimi 2 anni.
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