Politica e Sanità
19 Ottobre 2018Quella della parafarmacia è stata «un'esperienza risultata fallimentare, per noi farmacisti che abbiamo investito sulla professione» definisce così Daniele Viti la scelta sua e quella degli associati di UNaFTiSP, l'Unione nazionale anticrisi farmacisti titolari di sola parafarmacia, che lui presiede. Argomento già affrontato in occasione dell'incontro dal titolo "L'incredibile paradosso del "parafarmacista" in occasione di FarmacistaPiù. Sono circa 1200 farmacisti titolari di sola parafarmacia in Italia, escluso chi è anche titolare o le parafarmacie della Gdo.
«Circa il 70-80% dei farmacisti titolari di sola parafarmacia è in crisi economica, da Nord a Sud. Gli unici che riescono a restare sul mercato sono alcune parafarmacie della Riviera Romagnola e qualche collega che si trova all'interno di un centro commerciale» ci spiega Viti. Unaftisp cerca «di salvare le attività dei colleghi e le loro famiglie. Noi abbiamo un unico obiettivo che è la soluzione dell'emergenza sindacale del farmacista titolare di sola parafarmacia, e fornire per il futuro strumenti e progetti che rendano la figura professionale del farmacista più forte, rafforzandone il ruolo di professionista, trasformando in opportunità le criticità e le dinamiche competitive, in maniera tale che anche le future generazioni di colleghi abbiano la possibilità di essere orgogliosi di questa professione». Per realizzare questi propositi, proseguono i lavori al tavolo costituito a settembre da Fofi insieme a Unaftisp e altre due associazioni, cioè Farmacisti titolari di parafarmacia (Ftpi), Libere parafarmacie Italiane (Lpi), per cercare di trovare una soluzione alla crisi dei colleghi farmacisti. «Dopo dodici anni e un percorso mai concluso, non vedo futuro per le parafarmacie. Quello che vogliamo oggi è che venga risolta questa anomalia tutta italiana» continua Viti «ma noi di Unaftisp non vogliamo liberalizzazioni, come richiesto da altre associazioni di parafarmacie, né chiediamo una trasformazioni diretta in farmacia, che non sarebbe altro che una sanatoria. Quello che chiediamo, partendo dalla nostra emergenza sindacale, al tavolo con Federfarma e Fofi è una riforma dell'accesso alla professione. Quello che ci aspettiamo alla fine dei lavori è una proposta da presentare alla politica ben articolata che sia risolutiva per l'emergenza di oggi e per le generazioni di domani. E - conclude Viti - Ci auspichiamo che la risoluzione avvenga con questo governo».
Chiara Romeo
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