Politica e Sanità
21 Novembre 2018Regolamentare lo status contrattuale ed economico dei laureati in farmacia che afferiscono alle scuole di specializzazione di area sanitaria equiparandolo a quello dei laureati in medicina. È quanto intende fare la proposta di legge presentata dall'onorevole Andrea Mandelli presidente della Fofi. La normativa vigente, ha ricordato Mandelli in Parlamento, prevede che l'accesso alle scuole di specializzazione di area sanitaria avvenga "esclusivamente tramite concorso pubblico, sia per i laureati in medicina, che per gli altri laureati afferenti alle differenti classi di specializzazione sanitaria". Inoltre con il decreto interministeriale n. 68 del 4 febbraio 2015 di riordino delle scuole di specializzazione di area sanitaria si è stabilita "l'applicazione di un ordinamento didattico unico, valido sia per i laureati in medicina, che per gli altri laureati di area sanitaria" ed è stato regolato "l'ordinamento di tutte le scuole di specializzazione di area sanitaria in modo tendenzialmente omogeneo in termini di impegno didattico, durata dei corsi e tirocini pratici".
Mandelli sottolinea che la "preparazione professionale per tutti gli specializzandi farmacisti dell'area sanitaria presuppone un percorso formativo di elevato livello" dunque "agli stessi non può non corrispondere un trattamento economico-normativo analogo a quello riservato ai medici". Mandelli richiama il decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, che definisce la programmazione del numero dei posti, prevede la stipulazione di uno specifico "contratto di formazione" per ciascuno specializzando, predeterminando le risorse finanziarie da impiegare. Successivamente la programmazione delle scuole di specializzazione, è stata estesa a un'ampia categoria di laureati, "comprendente anche i farmacisti, che tuttavia, sebbene anch'essi vincitori di concorso non godono della medesima posizione contrattuale, né di alcun trattamento economico" ma "sono comunque tenuti a pagare la copertura assicurativa per i rischi professionali e le tasse universitarie di iscrizione alla scuola di specializzazione". La non corretta attuazione delle direttive comunitarie da parte del legislatore italiano, spiega Mandelli, "che non ha previsto l'estensione della disciplina relativa agli specializzandi medici anche nei confronti dei laureati specializzandi «non medici» afferenti alle scuole di specializzazione di area sanitaria - rischia di compromettere il diritto di scelta della propria formazione professionale". La proposta di legge ha la "finalità di superare definitivamente la diversità di trattamento esistente tra gli specializzandi farmacisti e gli specializzandi medici".
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