Legge Concorrenza, Cossolo e Tobia: paletti al capitale e un futuro a farmacie indipendenti
Pharmevolution, Cossolo e Tobia: garantire alle farmacie indipendenti la possibilità di competere con le farmacie delle catene
L'incontro che, a Pharmevolution, ha visto confrontarsi Ornella Barra con i vertici di Federfarma ha avuto nella discussione sull'ingresso dei capitali in farmacia uno dei suoi nodi primari. E le parole della manager globale di Walgreens Boots Alliance hanno rassicurato fino a un certo punto il presidente di Federfarma nazionale Marco Cossolo: «Ho i miei dubbi che, come ha detto Ornella Barra, tra cent'anni la farmacia indipendente italiana sarà ancora salda come lo è nel Regno Unito e negli Usa, dove le catene esistono da un secolo. Ma non è questo il punto. Il nostro obiettivo, come dirigenti di Federfarma, è quello di lavorare affinché le farmacie che decidono di rimanere indipendenti abbiano in futuro la possibilità di competere con quelle che, legittimamente, hanno optato per entrare a far parte di una catena».
Modello italiano lontano da logiche commerciali
Gli fa eco il segretario nazionale del sindacato titolari Roberto Tobia, che tocca il tema dei capitali all'interno di un più ampio excursus sul modello italiano di farmacia, «fatto di capillarità, qualità del servizio e prossimità ai cittadini». Un modello storicamente alieno da logiche commerciali, tipiche del modello anglosassone, ma che le novità legislative degli ultimi anni hanno in parte snaturato: «La sostenibilità del sistema farmacia è stata incrinata dai tagli sulla spesa farmaceutica, dalla normativa che ha dato il via alla distribuzione diretta, dalle liberalizzazioni in tema di orari e di nuove aperture, dalla legge sulla Concorrenza». Il fatturato Ssn è in costante calo, quella di estendere la professionalità del farmacista a prestazioni differenti dalla dispensazione è una necessità, ma con la dovuta attenzione: «Dopo dieci anni sta partendo la sperimentazione della farmacia dei servizi, ma anche la sua attuazione avrà senso soltanto se porterà a una maggiore integrazione della farmacia italiana nel Servizio sanitario nazionale». E capitali? «Se da un lato possono venire in soccorso alle farmacie in difficoltà, dall'altro la presenza sul mercato di player particolarmente aggressivi può comportare degli svantaggi per le farmacie indipendenti. Senza contare il rischio, da me denunciato da tempo, che nel sistema affluiscano capitali di dubbia provenienza, se non addirittura finalizzati al riciclaggio di denaro sporco». Sono quindi opportune «chiare contromisure dal punto di vista normativo, vincoli e controlli per la sostenibilità della farmacia. Compresa la definizione di paletti che limitino un po' la presenza dei capitali. Non è sulle logiche commerciali e sulla concorrenza che intendiamo puntare ma sulla tutela della salute del cittadino». Fugace l'accenno di Tobia alla soluzione della questione parafarmacie, senza entrare nel dettaglio. Da parte sua la presidente del Sunifar Silvia Pagliacci ricorda che: «la farmacia più ricca deve sostenere la più fragile a realizzare i progetti che Federfarma sta portando a casa. La farmacia dei servizi è realtà soprattutto nelle aree sotto i cinquemila abitanti, dove il Servizio sanitario non è rappresentato. Il sussidio che viene dato ai rurali, l'indennità di residenza, deve essere sostanziale e non simbolico, deve essere recepito da tutte le Regioni ed essere detassato perché su questo si gioca il futuro delle rurali».
Chiude Gioacchino Nicolosi, presidente di Federfarma Sicilia e storico patron dell'evento siciliano: «Pharmevolution ha sempre cercato di fare da trait d'union tra le varie facce della farmacia: l'industria, la distribuzione, Federfarma e le farmacie stesse. In passato abbiamo temuto che, entro pochi anni, 5-6.000 farmacie sarebbero appartenute alle catene, oggi sono solo poche centinaia. E questo vuol dire che la farmacia ha saputo rispondere bene, il sindacato ha fatto il suo lavoro e si stanno creando le catene all'interno di Federfarma per dare supporto alla farmacia. Ma non possiamo avere le farmacie delle catene multinazionali e quelle indipendenti. Dobbiamo lavorare tutti insieme, nessuno escluso per il bene della farmacia e del cittadino».
Giuseppe Tandoi
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