Rapporto Censis 2019: accesso a sanità pubblica e privata indipendentemente da reddito
Gli italiani adottano una logica "combinatoria" nell'approccio con la sanità: si rivolgono sempre di più sia al Servizio sanitario nazionale, sia a strutture private. I dati del nuovo Rapporto Censis
Gli italiani hanno sempre di più una logica "combinatoria" nell'approccio con la sanità: per la propria salute si rivolgono sia al Servizio sanitario nazionale, sia a operatori e strutture private a pagamento. È uno degli aspetti che emerge dal 53° Rapporto Censis 2019 sulla situazione sociale del Paese, nel capitolo dedicato a "Il sistema di welfare". Nell'ultimo anno, il 62% degli italiani che ha usufruito di almeno una prestazione nel pubblico ne ha fatta anche almeno una nel privato, in particolare il 56,7% di chi ha un reddito basso e il 68,9% di chi ha un reddito di oltre 50.000 euro annui. I motivi per cui ci si rivolge alla sanità privata sono vari, come si legge nel Rapporto: "Ci si rivolge al di fuori del Ssn sia per motivi soggettivi, per il desiderio di avere ciò che si vuole nei tempi e nelle modalità preferite, sia per le difficoltà di accedere al pubblico a causa di liste d'attesa troppo lunghe. Nell'ultimo anno su 100 prestazioni rientranti nei Livelli essenziali di assistenza che i cittadini hanno provato a prenotare nel pubblico, 27,9 sono transitate nella sanità a pagamento". Per l'81,5% degli italiani, inoltre, la spesa sanitaria privata pesa "molto o abbastanza sul bilancio familiare".
Benessere soggettivo: più felici di 10 anni fa
Sullo stato del benessere soggettivo, "per il 41,3% degli italiani stare bene significa trovarsi in uno stato di benessere psicologico, di soddisfazione, tranquillità e felicità. Dieci anni fa solo il 17,4% degli italiani la pensava così". La vita sessuale ha acquisito un ruolo significativo e se soddisfacente innalza il benessere soggettivo: "Il 71,4% dei 18-40enni italiani che hanno rapporti sessuali è molto o abbastanza soddisfatto della propria vita, mentre la quota scende al 52,5% tra chi non ha rapporti sessuali". Sulla prevenzione sessuale però, i giovani italiani "sono ancora un passo indietro", "il 57,9% dei 18-40enni ha fatto sesso senza usare alcun metodo contraccettivo e il 18,2% ha utilizzato il coito interrotto. Solo il 21,6% dei millennial ha sempre utilizzato contraccettivi".
Non autosufficienza e solitudine, pensioni: ombre del welfare
Tra gli altri argomenti trattati nel Rapporto, c'è la solitudine della non autosufficienza. In Italia: "Le persone non autosufficienti sono 3.510.000 (+25% dal 2008), in grande maggioranza anziani: l'80,8% ha più di 65 anni. Non è autosufficiente il 20,8% degli anziani. Il 56% degli italiani dichiara di non essere soddisfatto dei principali servizi socio-sanitari per i non autosufficienti presenti nella propria regione. Forte è la richiesta delle famiglie di un supporto anche economico: il 75,6% degli italiani è favorevole ad aumentare le agevolazioni fiscali per le famiglie che assumono badanti". E il divario tra le aspettative soggettive sulle pensioni e la sostenibilità del sistema: "Per il 45,2% degli italiani l'età pensionabile non deve seguire l'andamento della speranza di vita, mentre per il 43,2% speranza di vita ed età del pensionamento devono camminare insieme". Il 53,6% delle pensioni erogate in Italia, infine, è inferiore a 750 euro mensili, e 73,9% degli italiani è d'accordo con la necessità di portare le pensioni minime a 780 euro al mese con risorse pubbliche.
Da segnalare un ulteriore dato di salute riportato nel capitolo "La società italiana al 2019": in tre anni (2015-2018) "il consumo di ansiolitici e sedativi (misurato in dosi giornaliere per 1.000 abitanti) è aumentato del 23% e gli utilizzatori sono ormai 4,4 milioni (800.000 di più di tre anni fa)".
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