Farmaci e dintorni

30 Novembre 2011

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Manipolando un particolare enzima capace di metabolizzare i cannabinoidi naturali dell''organismo si ottiene un importante effetto anti-incontinenza. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto di ricerca per l''urologia (Uri) del San Raffaele di Milano, con uno studio in vitro condotto in collaborazione con le università di Monaco (Germania) e di Linkoping (Svezia). «È noto da tempo» spiegano gli studiosi «che alcuni pazienti, in particolare coloro che soffrono anche di sclerosi multipla, riferiscono un miglioramento dei sintomi d''incontinenza dopo l''utilizzo terapeutico di marijuana». I risultati della ricerca, pubblicati su European Urology, dimostrano che bloccare questo enzima, nei topi, è più efficace nel trattare l''incontinenza rispetto alla somministrazione di farmaci a base di cannabinoidi, e minimizza anche gli effetti collaterali. L''incontinenza urinaria riguarda milioni di donne in tutto il mondo, con un forte impatto sulla loro qualità di vita. In Italia si stima che circa il 13% della popolazione femminile ne soffra, e che l’incidenza aumenti con l''età: ne sono affette più del 20% delle donne dopo i 60 anni e circa il 7% delle donne sotto i 30 anni. «Il risultato della nostra ricerca, sebbene ancora preliminare» conclude Francesco Montorsi, professore di urologia al San Raffaele e coordinatore dello studio «apre la strada allo sviluppo di farmaci che, inibendo l''azione dell''enzima, potranno aiutare tante pazienti a vincere l''incontinenza urinaria e a recuperare una buona qualità di vita».

Eur Urol. 2011 Sep 12. [Epub ahead of print]