Farmaci e dintorni

12 Ottobre 2012

---

Uno dei tratti che caratterizzano la professionalità del farmacista risiede nella sua capacità e abilità di consigliare: la gestione della terapia, le giuste dosi, tempi e modi di assunzione, come prevenire interazioni sgradite, quando consultare il medico. Una consulenza specifica e personalizzata che origina naturalmente dalle competenze acquisite nel corso degli studi, competenze che come per altre discipline devono essere frequentemente aggiornate. Per capire se e quanto il farmacista si senta preparato a questo ruolo un gruppo di ricercatori della facoltà di Farmacia e della scuola di Salute pubblica di Chapel Hill ha organizzato 4 focus group. Uno studio in cui, in pratica i partecipanti erano divisi in piccoli gruppi per discutere tra loro e le discussioni erano registrate e trascritte. Sono stati reclutati 10 farmacisti e 21 studenti di farmacia che lavoravano in farmacie del territorio e sono stati assegnati questi temi di discussione: quali domande facciano gli utenti su sintomi e cure alternative, livello di sicurezza nel fornire consigli, fattori che li spingono a inviare immediatamente i pazienti da un medico. È emerso che il farmacista ha un ruolo chiave come intermediario medico-paziente perché spesso le domande che riceve da questi ultimi mirano a evitare o rimandare, grazie al suo consiglio, il ricorso al medico. Ruolo che gli crea qualche disagio quando non conosce la storia clinica del suo interlocutore, o quando deve fornire raccomandazioni sulle medicine complementari, per le quali esistono meno evidenze e regolamentazioni. Tutti i partecipanti hanno anche riferito che gradirebbero ricevere una formazione maggiore in tema di triage dei sintomi, comunicazione con il paziente e medicine complementari

Patient Educ Couns. 2012 Sep 17. pii: S0738-3991(12)00339-4. doi: 10.1016/j.pec.2012.08.011. [Epub ahead of print]