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Farmaci e dintorni

28 Gennaio 2013

Siia: preoccupazione per il ritiro delle combinazioni olmesartan/amlodipina


Un episodio senza precedenti nella storia del trattamento dell’ipertensione arteriosa e della prevenzione delle malattie cardiovascolari nel nostro Paese. Così la Siia (Società italiana dell’ipertensione arteriosa) definisce il ritiro dal commercio di tutte le combinazioni precostituite basate sull’associazione olmesartan/amlodipina, esprimendo «profonda preoccupazione per la mancanza di un’adeguata informazione dei pazienti». «Da quando è stata ammessa nel 2012 alla rimborsabilità da parte del Ssn anche nel nostro Paese, oltre 180.000 pazienti con ipertensione arteriosa sono stati posti in trattamento con questa associazione» dichiara in un comunicato Massimo Volpe, presidente della Siia. Un’associazione che, sostiene Volpe, oltre a essere efficace e ben tollerata, garantisce una  maggiore aderenza al trattamento prescritto e quindi un migliore controllo dei livelli pressori. «Il ritiro dal commercio di tale associazione» aggiunge «dovuto apparentemente a motivi economico-finanziari, espone ora tutti i pazienti trattati con tale terapia a visite aggiuntive e nuovi schemi terapeutici, oltre al possibile disorientamento legato al cambiamento della cura. Inoltre, i medici vengono privati della possibilità di prescrivere una terapia antipertensiva efficace e sicura». La Siia, pertanto invita il ministro della Salute, l’Aifa e le industrie produttrici a trovare una soluzione condivisa. «Sono consapevole del disagio causato ai numerosi pazienti in trattamento, ai quali esprimo la mia sincera solidarietà» replica Antonino Reale, managing director di una delle aziende produttrici, sottolineando che il ritiro non è stato deciso per problemi inerenti a tollerabilità o sicurezza del farmaco (che infatti resta in commercio in tutto il mondo e sarà disponibile su tutto il territorio nazionale  per almeno 60 giorni). Si è invece «reso necessario poiché il Ssn intenderebbe rimborsare meno di ¼ del totale delle confezioni prescritte, lasciando i restanti 3/4 dell’onere in capo all’Azienda» che, condividendo l’appello di Volpe, si dichiara disponibile a un confronto.

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