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Farmaci e dintorni

28 Gennaio 2014

Fda nuove linee guida per etichette sui prodotti alimentari


Dopo 20 anni, la Fda (che contrariamente all’Ema si occupa anche della sicurezza alimentare) rivede le norme relative ai valori nutrizionali riportati sulle etichette alimentari per riflettere l’evoluzione delle conoscenze in questo campo dai primi anni ‘90 a oggi. «Vent’anni fa al centro dell’attenzione si trovavano i grassi e i grassi indifferenziati» ricorda Michael Taylor, vicecommissario Fda per gli alimenti. «Poi gli operatori della salute si sono concentrati maggiormente sulle calorie e hanno avvertito la popolazione dei rischi derivanti dai grassi saturi e trans, piuttosto che dai grassi in toto». Ma c’è anche «la sensazione che le etichette non siano efficaci come dovrebbero» secondo Michael Jacobson, del Center for science in the public interest. «Vi si trovano almeno un paio di dozzine di sostanze con le quali la gente non ha familiarità». Inoltre negli Usa, in cui per le misure si utilizza il sistema metrico consuetudinario, l’espressione delle quantità in grammi (unità del sistema metrico decimale) non viene realmente compreso. Dopo un lavoro decennale, l’Fda ha inviato le linee guida per le nuove etichette alla Casa Bianca, che per decidere probabilmente terrà conto dei suggerimenti che giungono da vari sostenitori della salute. Ecco le istanze principali: evidenziare maggiormente il contenuto calorico, segnalare la quantità di zuccheri aggiunti usando la dizione ‘cucchiaini da tè’ al posto di ‘grammi’ come unità di misura, nei prodotti su cui è scritto ‘farina integrale’ riportarne la reale percentuale (molti ne contengono scarsa quantità), avere informazioni più chiare sul valore nutrizionale per singola porzione nelle confezioni distinguendo etichette per porzione e per confezione, regolamentare non solo le informazioni sul retro della confezione ma anche sul fronte facilitando la lettura del contenuto di sostanze nutritive rilevanti per il consumatore. Da citare infine alcuni dati del dipartimento Usa dell’agricoltura: il 42% dei lavoratori adulti nel 2009/10 ha sempre (o nella maggior parte dei casi) letto le etichette dei cibi (fino al 34% nei 2 anni precedenti). I più anziani sono i soggetti maggiormente attenti.

Arturo Zenorini

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