Farmaci e dintorni
19 Marzo 2014L''impiego di benzodiazepine può aumentare il rischio di neoplasie cerebrali benigne o, nel migliore dei casi, anticiparne la diagnosi. È questo il dato emerso da uno studio retrospettivo condotto da alcune università di Taiwan disegnato per stabilire l''impatto di un uso prolungato di questi farmaci sullo sviluppo di tumori cerebrali benigni e maligni. Utilizzando i dati raccolti dal National health insurance system of Taiwan, i ricercatori hanno identificato 62.186 pazienti, di età media intorno ai 50 anni, a cui erano state prescritte benzodiazepine per almeno due mesi tra il primo gennaio del 2000 e il 31 dicembre del 2009. Ciascun soggetto in trattamento è stato abbinato a un caso controllo con caratteristiche simili per età, sesso per un totale di 62.000 persone. Dall''analisi dei risultati è emerso che l''impiego di benzodiazepine comporta un aumento significativo del rischio di neoplasie cerebrali benigne di circa tre volte rispetto ai controlli, nello specifico 46,3 casi versus 13,9 casi per 100.000 anni-persona (hazard ratio 3,15, limiti di confidenza al 95% da 2,37 a 4,2), con un picco tra i 50 e i 59 anni. Confermata anche una relazione tra comparsa della neoplasia e dosi di farmaco prescritte. Non risulta invece significativo l''incremento di diagnosi di tumori cerebrali maligni nel gruppo in trattamento per il numero ridotto di casi e per la probabilità si tratti di metastasi, elemento che confonderebbe il risultato. Per gli autori è prematuro stabilire un nesso di causa-effetto tra benzodiazepine e tumori cerebrali benigni, sia per i limiti intrinseci di uno studio di tipo retrospettivo, sia perché alcuni sintomi per i quali vengono prescritti questi medicinali (vertigini, epilessia, difficoltà di addormentamento, manifestazioni psichiatriche) potrebbero essere segnali della presenza di una massa benigna a livello encefalico. Inoltre questi pazienti si sottopongono più spesso a indagini strumentali che coinvolgono l''area cerebrale, un ulteriore fattore confondente.
Interessa il farmacista perché: dal 10 al 43% della popolazione anziana assume benzodiazepine, un consumo che caratterizza anche pazienti più giovani. Il farmacista deve essere aggiornato riguardo agli effetti indesiderati anche gravi.
Marvi Tonus
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