Farmaci e dintorni
24 Giugno 2016È la prima "Review scientifica sugli integratori alimentari". Presentata ieri a Milano da 'Integratori Italia' (Associazione italiana industrie prodotti alimentari - Aiipa) è il frutto di oltre un anno di lavoro di un pool di otto tra i maggiori esperti italiani e offre lo stato dell'arte delle evidenze scientifiche più significative e delle frontiere più promettenti dell'alimentazione e della salute. Il corposo documento, pubblicato da Edra, affronta numerosi temi: il ruolo degli integratori alimentari nei moderni stili di vita, gli integratori a base di vitamine e minerali, gli estratti vegetali e i probiotici, gli integratori per la salute cardiovascolare e per contrastare il declino cognitivo.
«Nonostante la difficoltà oggettiva di dimostrare secondo il metodo scientifico un beneficio clinicamente significativo sul mantenimento dello stato di salute e del benessere, oggi disponiamo di un ampio numero di pubblicazioni di alto livello qualitativo che conferma quanto i diversi componenti degli integratori svolgano effettivamente questo ruolo» afferma Alessandro Colombo, presidente di Integratori Italia. Se è evidente che uno stile di vita sano rappresenta la base irrinunciabile del wellness, vi possono essere periodi in cui lo stato di benessere è messo alla prova e può essere necessario integrare la dieta con elementi concentrati di sostanze normalmente presenti negli alimenti ma in quantità minori. Una recente ricerca di Gsk Eurisko, del resto, ha evidenziato non solo che 4 italiani su 10 hanno usato un integratore alimentare, ma anche l'alto livello di interesse dei consumatori ad avere informazioni su rischi, controindicazioni e corretto uso dei principi attivi. «Su questo fronte giocano un ruolo fondamentale i farmacisti (citati dal 49% degli intervistati), così come il medico di medicina generale e gli specialisti» sottolinea Colombo.
Gli integratori, in particolare, possono rappresentare una valida opportunità per il sostegno di funzioni fisiologiche, contribuendo anche alla prevenzione di fattori di rischio di malattia, aggiunge Franca Marangoni, responsabile ricerca Nutrition foundation of Italy (Nfi). «Per esempio» spiega «nel Physicians' health study condotto su una popolazione di 14mila medici americani di età =/>50 anni seguiti per 11 anni, l'assunzione di un multivitaminico si è associata a una riduzione, modesta ma significativa, del rischio di tumori».
Benvenuto Cestaro, direttore della Scuola di specializzazione in Scienza dell'alimentazione dell'Università degli studi di Milano, si sofferma sui meccanismi con i quali un'adeguata dieta e integrazione alimentare possono contrastare l'invecchiamento. «Le principali direttrici della ricerca biochimica in questo campo» asserisce «sono indirizzate alla necessità di mantenere l'efficienza mitocondriale e alla riduzione dei processi perossidativi e dell'infiammazione silente, un processo di bassa intensità ma cronico - volto all'inattivazione di virus, batteri e allergeni ambientali - che può portare a esaurimento del sistema immunitario. Per contrastarlo è utile una dieta antinfiammatoria: limitare l'assunzione di acidi grassi idrogenati, saturi e omega-6 (privilegiando i monoinsaturi come quelli contenuti nell'olio d'oliva), oltre a ridurre l'intake di zuccheri semplici e incrementare quello di carboidrati integrali. Utile anche l'integrazione di acido linolenico, cardiolipine o fosfolipidi precursori delle cardiolipine, in grado di prevenire e riparare i danni mitocondriali».
Per frenare il declino cognitivo legato allo stress ossidativo, ricorda Giovanni Scapagnini, associato di Biochimica clinica al Dipartimento Scienze per la Salute dell'Università di Messina, «oltre al glucosio, da cui dipendono le funzioni cerebrali, sono fondamentali le vitamine del gruppo B, gli omega 3 (per la trasmissione dell'impulso nervoso, la memoria e l'apprendimento), i fosfolipidi (componenti delle membrane cellulari), la L-acetil carnitina per la sua azione neuroprotettiva. Ulteriori sostanze "non nutrienti" in grado di ridurre il danno ossidativo e migliorare il tono dell'umore e la memoria sono le antocianine e le procianidine del mirtillo, le catechine del tè, i flavonoli e le epicatechine del cacao, il resveratrolo, la curcumina e l'omotaurina presente in alcune alghe marine».
Sul fronte della prevenzione cardiovascolare Andrea Poli, presidente Nfi, sottolinea vari integratori alimentari efficaci nel controllo del profilo lipidico e quindi utili nella prevenzione del rischio coronaropatico: i fitosteroli, gli integratori a base di riso rosso fermentato, il beta-glucano, la berberina, gli omega-3. Molti altri temi sono stati analizzati nell'incontro milanese: dai fattori utili per condizioni carenziali a salvaguardia della salute delle donne in tutte le fasi della vita, agli integratori a base di erbe (i cosiddetti 'botanicals') di cui Patrizia Restani, del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dell'Università degli studi di Milano elenca quelle preferite dagli italiani (aloe, finocchio, valeriana, ginseng, mirtillo, passiflora, melissa, guaranà, tarassaco, carciofo), ai probiotici, rispetto ai quali Lorenzo Morelli, preside Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica di Piacenza evidenzia le linee di ricerca attualmente ammissibili secondo l'Efsa (European food safety authority): discomfort gastro-intestinale (colon irritabile negli adulti, coliche gassose nei neonati), difesa immunitaria contro agenti patogeni (come infezioni da Clostridium difficile) e benefici nella risposta agli allergeni. Infine, Giancarlo Cravotto, direttore del dipartimento di Scienza e tecnologia del farmaco dell'Università di Torino, evidenzia come «la forza del sistema di sicurezza italiano per alimenti e integratori è diventato un riferimento per molti Paesi», osservando che «i produttori di integratori alimentari in Italia vantano un elevato standard produttivo e un efficiente sistema di assicurazione della qualità, che li colloca ai primi posti d'Europa».
Per scaricare il documento integrale:
http://www.integratoriitalia.it/review-scientifica-sullintegrazione-alimentare/
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