Farmaci e dintorni
03 Febbraio 2017In uno studio pubblicato su Jama Cardiology, Roya Moheimani della University of California di Los Angeles e colleghi hanno analizzato il legame tra l'uso regolare della sigaretta elettronica e il rischio cardiovascolare, notando negli utilizzatori cambiamenti nell'equilibrio autonomico cardiaco e un aumento dello stress ossidativo. Gli sperimentatori hanno voluto verificare se fossero applicabili anche in questo caso i due meccanismi chiave attraverso i quali le sigarette tradizionali con tabacco promuovono la malattia cardiovascolare: un aumento dello stress ossidativo e uno squilibrio del tono autonomico cardiaco. Allo studio hanno partecipato 23 volontari di età compresa tra 21 e 45 anni utilizzatori abituali di sigarette elettroniche e 19 individui che non le utilizzavano. In entrambi i casi si trattava di persone in buona salute, che non assumevano farmaci soggetti a prescrizione medica e che non fumavano sigarette tradizionali. L'esito considerato dallo studio consisteva nell'analisi attraverso elettrocardiogramma delle componenti della variabilità della frequenza cardiaca, rappresentative di attività vagale (alta frequenza) o vagale e simpatica mista (bassa frequenza), e il bilancio simpatico-vagale cardiaco (rapporto tra bassa e alta frequenza). Lo stress ossidativo era invece valutato con parametri sanguigni.
I ricercatori hanno rilevato che negli utilizzatori di sigarette elettroniche la componente ad alta frequenza era significativamente diminuita, mentre la componente a bassa frequenza, così come il rapporto tra bassa frequenza e alta frequenza, erano aumentati rispetto ai controlli. Ciò suggerisce che gli utilizzatori di tali dispositivi hanno sperimentato un cambiamento nel loro equilibrio autonomico cardiaco virando verso il predominio simpatico. Si è inoltre riscontrato un aumento significativo dell'ossidabilità delle lipoproteine a bassa densità, segno di stress ossidativo. «Possiamo concludere che l'uso abituale di sigarette elettroniche è associato a effetti fisiologici» spiegano gli autori precisando che non è possibile confermare una causalità sulla base di questo solo piccolo studio. In un editoriale di accompagnamento all'articolo, Aruni Bhatnagar della University of Louisville in Kentucky, sottolinea comunque l'importanza di questo tipo di studio per valutare se l'accettazione diffusa delle sigarette elettroniche farà diminuire l'incidenza delle malattie cardiovascolari o se, rendendo di nuovo normale il fumo e favorendo la dipendenza da nicotina, eroderà quello che si è guadagnato in termini di salute pubblica grazie al controllo e alla regolamentazione del tabacco basati sull'evidenza.
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