Farmaci e dintorni
15 Marzo 2017I risultati di uno studio pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology mostrano che alcuni degli schermi solari ad ampio spettro in vendita negli Stati Uniti non soddisfano le più restrittive norme europee sulla protezione dai raggi Uva. I prodotti solari statunitensi misurano il fattore di protezione solare (Spf) solo sulla base della protezione contro i raggi ultravioletti B, che causano scottature. Ma l'importanza di una protezione contro i raggi Uva, legati all'invecchiamento e al cancro della pelle, sta diventando sempre più evidente, e la Food and Drug Administration nel 2011 ha introdotto la "lunghezza d'onda critica" come misura della protezione contro gli Uva, più permissiva comunque rispetto al "fattore di protezione" europeo, che prende in considerazione Uva e Uvb. Assieme ai colleghi, Steven Q. Wang, del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, ha valutato 20 prodotti molto venduti negli Stati Uniti con protezione da 15 a 100 SPF e definiti ad ampio spettro, cioè con protezione sia dai raggi ultravioletti A che B, sulla base dei requisiti della lunghezza d'onda critica e del fattore di protezione europeo. Diciannove dei 20 prodotti hanno soddisfatto gli standard statunitensi, e 11 quelli europei; tra questi, nove avevano un SPF di almeno 50. «Per raggiungere lo stesso livello di protezione dagli Uva, la Fda potrebbe innalzare il requisito della lunghezza d'onda critica. Inoltre, i produttori di schermi solari negli Stati Uniti hanno bisogno di accesso a nuovi filtri Uva e a nuove combinazioni di filtri, e di avere il permesso di inserire quantità maggiori di filtri Uva per produrre schermi solari con migliore protezione» affermano gli autori.
In effetti, solo 17 filtri Uv o ingredienti attivi sono approvati per l'uso in prodotti statunitensi, e anche se la FDA, ha tentato di accelerare il processo di revisione per gli additivi per gli schermi solari con il Sunscreen Innovation Act del 2014, i criteri per l'approvazione sono piuttosto severi. Ad esempio, le aziende devono fornire i dati provenienti da un "studio di utilizzo massimo" per determinare se un ingrediente viene assorbito nel sangue. Diversi filtri Uv sono in fase di revisione, ma alcuni, tra cui due approvati per l'uso in Europa, sono stati scartati a causa di insufficienti informazioni sulla sicurezza.
Am Acad Dermatol. 2017. doi: 10.1016/j.jaad.2017.01.017
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28238452
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