Terapia statine, cambiano i criteri in Usa: almeno un fattore di rischio aggiuntivo
Secondo uno studio pubblicato su Jama, l'aderenza alle linee guida della U.S. Preventive Services Task Force (Uspstf) per la terapia con statina rispetto alle linee guida del 2013 dell'American College of Cardiology/American Heart Association (Acc/Aha) potrebbe portare a una riduzione di circa 9 milioni di individui che iniziano una terapia di tale genere, tra cui molti giovani con un rischio di malattia cardiovascolare a lungo termine. Le linee guida ACC/AHA del 2013 raccomandavano l'inizio della terapia in persone con un rischio di almeno il 7,5% di malattia cardiovascolare aterosclerotica (Ascvd) da 10 anni, mentre le nuove raccomandazioni dell'Uspstf del 2016 sottolineano che per iniziare la terapia la soglia di rischio da Ascvd per i pazienti, anche diabetici, deve essere di almeno il 10%, e introducono il requisito aggiuntivo della presenza di almeno un fattore di rischio cardiovascolare, come ipertensione, diabete, dislipidemia o fumo. «Abbiamo voluto valutare la differenza di idoneità per il trattamento preventivo primario con statine tra gli adulti statunitensi, assumendo che vi fosse una completa applicazione delle linee guida Uspstf rispetto a quelle della Acc/Aha», afferma Neha J. Pagidipati, della Duke University, Durham, Stati Uniti, autrice principale dello studio. I ricercatori hanno utilizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (Nhanes) dal 2009 al 2014 per valutare l'idoneità alla terapia con statina nell'ambito delle raccomandazioni dell'Uspstf rispetto alle linee guida Dell'acc/Aha, su un campione nazionale di 3.416 adulti di età compresa tra 40 e 75 anni, il 53% composto da donne, senza precedenti malattie cardiovascolari e livelli di trigliceridi di 400 mg/dL o inferiori. Nel caso di applicazione completa delle raccomandazioni dell'Uspstf, oltre al 21,5% degli adulti che già assumono la terapia di riduzione lipidica con statine, il 15,8% degli adulti senza precedenti malattie cardiovascolari dovrebbero iniziare la terapia; secondo le linee guida Acc/Aha, invece, il 24,3% in più dei pazienti dovrebbe iniziare la terapia con statina. Dell'8,9% dei pazienti in più che dovrebbero intraprendere la terapia, il 55% sarebbe composto da adulti dai 40 ai 59 anni con un rischio cardiovascolare medio a 30 anni superiore al 30%, dei quali il 28% con diabete. «Questo studio deve essere interpretato tenendo in considerazione numerose avvertenze e limitazioni» sottolineano gli autori. In primo luogo, l'analisi dipende dalla rappresentatività e dalla precisione dei dati derivati da Nhanes, che in parte si affida alle segnalazioni personali. In secondo luogo, non è possibile determinare accuratamente gli effetti di nuove raccomandazioni per gli individui attualmente in terapia per la riduzione dei lipidi. In terzo luogo, l'analisi non ha tenuto conto della controversia che esiste sul fatto che il punteggio di rischio Ascvd sovrastimi il rischio in certi sottogruppi. Quarto, l'analisi appena descritta è stata basata su un campione trasversale che non tiene conto delle variazioni di rischio e dei modelli di trattamento nel tempo. Quinto, lo studio ha dato per assunto che la raccomandazione del trattamento fosse equivalente all'avvio del trattamento, mentre le linee guida di Uspstf e Acc/Aha raccomandano sempre una discussione informata sul rapporto rischio-beneficio tra pazienti e clinici.
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