Farmaci e dintorni
16 Febbraio 2018Una "quota sostanziale" di pazienti anziani riceve combinazioni di farmaci antiepilettici (Aed) e non antiepilettici (Ned) che potrebbero causare significative interazioni farmacocinetiche. Eppure evitare tali interazioni è "fattibile". Lo sostiene - in uno studio apparso online su "Epilepsia" - un gruppo di ricercatori dell'University of Alabama at Birmingham e dell'Emory University di Atlanta, coordinato da Maria Pisu. «La cura degli anziani con epilessia è complicata dal verificarsi di diverse altre condizioni di comorbilità per le quali è richiesto un trattamento farmacologico» premettono. Le interazioni farmacologiche possono alterare l'efficacia di un Ned o l'efficacia di un Aed, specificano gli autori, e «compromettere la cura della condizione di comorbilità - in alcuni casi con potenziale rischio mortale - o il controllo delle crisi comiziali oppure aumentare la tossicità degli Aed». Pisu e colleghi hanno esaminato le richieste Medicare 2008-2010 per prescrizioni di farmaci con possibili interazioni relative a persone con epilessia di età =/> 67 anni. Sono stati identificati un totale di 36.912 casi prevalenti e 3.706 casi incidenti di epilessia. I ricercatori hanno poi esaminato i 50 Ned più comunemente prescritti a persone con epilessia prevalente e incidente che stavano assumendo Aed. «Le combinazioni con un potenziale per interazioni farmacologiche non erano rare» sottolineano i ricercatori.
«Circa un quarto (24,5%) di quelli che potevano essere considerati nuovi casi di epilessia e più di un terzo (39%) dei soggetti che hanno avuto un'epilessia a più lungo termine hanno ricevuto una combinazione di farmaci potenzialmente problematica. Tuttavia, solo pochi avevano combinazioni di farmaci con rischi definiti medi o elevati di outcome gravi. Inoltre, circa un caso su cinque ha ricevuto combinazioni di farmaci che potevano aumentare la tossicità dell'Aed».
I fattori predittivi di un maggiore rischio di interazione includevano almeno un'altra comorbilità, mentre sono state riscontrate anche differenze tra gruppi etnici/razziali, con gli asiatici meno propensi ad avere un rischio di interazione rispetto ad altri gruppi, rilevano gli autori secondo i quali il rischio di interazioni potrebbe essere ridotto con l'uso di nuovi Aed. Del resto, il fatto che coloro che avevano diritto al sussidio per basso reddito ("Medicare part D low income subsidy") avevano maggiori probabilità di ricevere combinazioni di farmaci interagenti, «suggerisce che il costo del farmaco possa essere un fattore nella scelta del trattamento» affermano i ricercatori. Un altro ostacolo allo 'switch' di farmaci, aggiungono, «è la mancanza di assistenza da parte degli specialisti. Le interazioni farmacologiche erano infatti meno probabili se i beneficiari Medicare ricevevano cure dai neurologi in un momento vicino all'evento indice nelle richieste. Ciò potrebbe essere dovuto alla mancanza di familiarità con le opzioni farmacologiche per l'epilessia tra i non specialisti». In particolare, il team ha rilevato che il 72,8% dei soggetti con epilessia incidente era stato visitato da un neurologo vicino alla data indice, rispetto al 36,3% dei casi prevalenti. Sebbene l'uso di farmaci più datati negli anziani con epilessia sia ancora diffuso, osservano Pisu e colleghi, tale impiego «sta diminuendo e la comparsa di interazioni farmacologiche con un rischio documentato elevato o medio è stata bassa». Un dato in qualche modo rassicurante. «Tuttavia, i medici devono essere consapevoli dei potenziali rischi di altre interazioni farmacologiche per le quali il rischio è probabile anche se non documentato, e monitorare attentamente gli effetti collaterali e considerare il controllo dei livelli sierici di tutti i farmaci» rilevano gli autori. «Inoltre» concludono «data la complessità del trattamento, l'assistenza degli specialisti è particolarmente necessaria per gli anziani con epilessia».
Epilepsia, 2018 Feb 7. doi: 10.1111/epi.14010. [Epub ahead of print] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29411348
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