Malattie autoimmuni, due nuovi biosimilari ampliano la scelta di trattamento
Malattie autoimmuni, approvati i biosimilari Hyrimoz e Zessly
Sono disponibili anche in Italia due nuovi farmaci biosimilari: Hyrimoz, approvato per tutte le indicazioni del prodotto adalimumab di riferimento tra cui artrite reumatoide, psoriasi a placche, morbo di Crohn e colite ulcerosa e Zessly, autorizzato per tutte le indicazioni del farmaco infliximab di riferimento tra le quali artrite reumatoide, morbo di Crohn in forma pediatrica e non, colite ulcerosa in adulti e bambini, spondilite anchilosante, artrite psoriasica e psoriasi a placche. Ad annunciarlo è una nota di Sandoz in occasione dell'incontro "Value for the Future" organizzata da Sandoz a Roma, per discutere insieme a clinici, istituzioni e pazienti sulle opportunità offerte dai biosimilari. «La nuova disponibilità di un farmaco biosimilare rappresenta sempre una buona notizia perché costano almeno il 30 per cento in meno, rispetto al farmaco originatore, e permettono di liberare risorse da reinvestire nello stesso settore medico di appartenenza, con benefici di maggior accesso alle cure e un miglioramento dei percorsi di gestione dei pazienti - afferma Alessandro Armuzzi, Responsabile IBD Unit della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS di Roma. «Il singolo passaggio dall'originatore al biosimilare, inoltre, è sicuro, efficace in maniera sovrapponibile a quello dei biologici originatori, rappresentando una risorsa preziosa per lo specialista». «I farmaci biosimilari rappresentano un'opportunità per il clinico e consentono un risparmio di risorse, soprattutto se si tiene conto che in Italia il numero di pazienti trattati con farmaci biotecnologici è tra i più bassi d'Europa - dichiara Luigi Sinigaglia, Direttore della Struttura complessa di Reumatologia del Gaetano Pini-CTO di Milano. «Se si fa riferimento alle limitazioni di budget delle singole Regioni, la nostra esperienza con i biosimilari è in generale positiva, soprattutto nei pazienti cosiddetti naïve, che non sono mai stati trattati in precedenza con farmaci biologici, e non c'è ragione per non utilizzare il biosimilare nel paziente che ha indicazione per quel farmaco specifico». Con l'introduzione dei due nuovi biosimilari, Sandoz amplia l'offerta di cura (7 biosimilari disponibili in Italia ed in Europa) a disposizione dei clinici, dando loro la possibilità di scegliere la migliore alternativa terapeutica per i pazienti eleggibili al trattamento con biologico. Un recente studio condotto da "The European House Ambrosetti" per il Gruppo Novartis in Italia, sottolinea la nota, "ha evidenziato come Sandoz contribuisca a creare valore anche attraverso i risparmi generati dall'utilizzo di farmaci equivalenti e biosimilari". «Nel 2017 il valore di risparmio generato da Sandoz a beneficio del Sistema Sanitario Nazionale è stato pari a 224,5 milioni di euro grazie ai nostri medicinali equivalenti e biosimilari - commenta Vivek Devaraj - Amministratore Delegato di Sandoz SpA - Il nostro impegno nel trovare nuovi modi per ampliare l'accesso alla salute è costante. Lavoriamo alla continua ricerca di soluzioni terapeutiche che vadano a rispondere a bisogni ancora insoddisfatti di salute. La disponibilità dei nuovi biosimilari di infliximab e adalimumab esprime concretamente questa volontà. Inoltre, in quanto leader nel segmento dei biosimilari, sentiamo di avere una responsabilità importante nel favorire il dialogo e la collaborazione di medici e pazienti, a supporto di una più ampia conoscenza e consapevolezza su tali farmaci». Sul fronte dei pazienti - spiega Salvatore Leone, Direttore Generale dell'Associazione Amici onlus, è stata realizzata «un'indagine per capire cosa e come viene comunicato ai pazienti, quali sono i dubbi e le informazioni che servono su questo tipo di terapie, per offrire elementi utili di aggiornamento e formazione che possono rendersi necessari. Dai dati emersi si evince chela costruzione di un dialogo costante ed efficace tra medico e paziente per migliorare la conoscenza sui biosimilari è molto importante; il loro utilizzo significa prima di tutto la possibilità di liberare risorse per il Ssn che possono essere investite in terapie innovative».
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