Diritto Sanitario
10 Febbraio 2015Nel corso di un controllo eseguito dai Nas presso la sede di una farmacia, si accertava che nei cassetti collocati in prossimità del bancone erano presenti diversi medicinali scaduti alcuni dei quali "salvavita", unitamente a farmaci non scaduti. La Corte d'Appello di Caltanissetta, in relazione alla vicenda ha confermato la condanna del titolare per il delitto di cui agli articoli 452-443 del codice penale, perché colposamente deteneva confezioni di medicinali scadute. In appello la pena veniva ridotta a mesi tre e giorni dieci di reclusione ed euro 445 di multa previa concessione delle attenuanti generiche. L'imputato ha così proposto ricorso dinanzi alla Suprema corte che, con sentenza depositata il 15 gennaio 2015, ha dichiarato inammissibile l'impugnazione con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. La presenza dei farmaci scaduti in cassetti contenenti anche prodotti non scaduti, allocati in prossimità del bancone, aveva indotto a configurare nelle fasi di merito del giudizio la finalità di messa in commercio quantomeno sotto il profilo colposo. Si è osservato in giurisprudenza che nel caso in cui sia stata accertata la detenzione per la vendita, nei locali di una farmacia, di medicinali aventi validità scaduta ai fini della configurazione e sussistenza del reato di commercio o somministrazione di medicinali guasti, non è necessario provare anche la effettiva somministrazione. Il delitto colposo di cuiall'art. 452 codice penale, rubricato, delitti colposi contro la salute pubblica, in relazioneall'art. 443 codice penale(commercio o somministrazione di medicinali guasti) si configura in caso di detenzione di medicinali scaduti, in quanto da un lato sussiste una presunzione assoluta di pericolosità del medicinale scaduto basata sulla previsione di perdita di efficacia dello stesso e dall'altro per la integrazione di tale reato è richiesta la semplice imperfezione del farmaco, sussistente dopo la sua scadenza.
[avv. rodolfo pacifico - www.dirittosanitario.net]
Corte di Cassazione Penale 15.01.2015
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