Fitoterapia
17 Novembre 2017L'arnica ha una tradizione medica consolidata e popolare contro contusioni ed ecchimosi ma recente se paragonata ad altre piante autoctone del nostro continente. Il motivo è presto detto: cresce solo in alta montagna (da cui il nome) e fu oggetto di studio per la prima volta solo dopo l'anno mille, ad opera di santa Ildegarda nel suo trattato "De arboris". Per vederla apparire in un vero e proprio trattato di medica bisogna attendere fino al XV secolo, ad opera del Mattioli.
L'arnica era conosciuta più per l'uso ludico che se ne faceva: la radice essiccata era il "tabacco da naso" dalle popolazioni alpine.
La vera droga della pianta sono, in verità, i fiori, che contengono carotenoidi (da cui il colore giallo intenso che li caratterizza), terpeni, flavonoidi ed olio essenziale.
L'attività antiinfiammatoria dell'arnica sembra essere attribuibile alla componente sesquiterpenica, che a basse concentrazioni inibisce l'attività lisosomiale dei neutrofili mentre, ad alte concentrazioni, inibisce anche la ciclossigenasi. Nel gruppo dei lattoni sesquiterpenici, i più attivi sono l'elenalina e la diidroelenalina; questi stessi componenti, però, possono essere anche alla base di reazioni di sensibilizzazione o di dermatiti da contatto.
I possibili effetti benefici dell'A. montana si hanno solamente se applicata per via topica: l'utilizzo per os della pianta è tossico, con sintomi che variano dal mal di testa, ai dolori addominali fino a difficoltà respiratorie.
L'ampio utilizzo come antinfiammatorio dell'arnica ha suscitato interesse nel mondo scientifico, che nell'ormai lontano 2007 ha voluto analizzarne l'efficacia rispetto ad una crema di ibuprofene per il trattamento delle osteoartriti.
In questo studio, il gel di arnica al 50% si è dimostrato efficace tanto quanto il gel al 5% di ibuprofene per il miglioramento della funzione articolare.
Più approfondita è una review della Cochrane del 2013 che ha analizzato gli studi clinici presenti in letteratura che utilizzavano piante per applicazione locale al fine di ridurre i sintomi connessi all'osteoartrite. Pur sottolineando la necessità di migliori e più approfonditi studi, Cameron conclude la sua review evidenziando come, tra le piante selezionate (Capsicum annuum, Arnica montana eSymphytum officinale), è proprio l'arnica quella con il miglior livello di evidenza per il trattamento del dolore osteoarticolare.
In tutti gli studi considerati dalla revisione Cochrane, l'arnica era confrontata con l'ibuprofene; evidenziando in tutti i casi una riduzione del dolore e della funzionalità dell'articolazione confrontabile a quelle ottenibili con il Fans.
Luca Guizzon
Farmacista esperto di fitoterapia e Responsabile del laboratorio galenico di Farmacia Campedello
Fonti:
Dizionario di Fitoterapia e Piante Medicinali, Campanini
Holist Nurs Pract. 2008 Jul-Aug;22(4):237-9.
Cochrane Database Syst Rev.2013 May 31;(5):CD010538.
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