Fitoterapia
22 Dicembre 2017Manca poco a Natale, e con esso si avvicinano occasioni conviviali che spesso terminano con l'assaggio di un pezzo di radice di zenzero candito. Le proprietà salutistiche dello zenzero vengono da una tradizione fitoterapica millenaria. Infatti, è una pianta che viene descritta per la prima volta nelle antiche farmacopee della medicina tradizionale cinese.
In Europa, in un'epoca in cui l'unico stimolante diffuso in Europa era l'alcol, quando non esistevano ancora il caffè, il tabacco e il cacao delle Americhe, avere spezie orientali significava guadagnare prestigio sociale e disporre di eccellenti eccitanti naturali. Non stupisce allora che, per potersi accaparrare l'ingrediente principale delle migliori feste e banchetti, gli europei fossero disposti a viaggi infiniti e guerre sanguinose. Tra queste spezie, lo zenzero era una delle più ricercate, perché ritenuto particolarmente efficace come stimolante sessuale.
La tradizione di offrire una porzione di zenzero a fine pasto può trovare spiegazione negli effetti che si generano nell'apparato digestivo. La radice dello Zingiber officinalis, è composta da metaboliti secondari quali olio essenziale, gingeroli e shagaoli. Questi composti agiscono nel tratto digestivo con effetti antinausea ed antiemetici. Il 6-gingerolo di è dimostrato in grado di inibire il vomito indotto da agenti irritanti nel ratto. In questo caso i recettori 5-HT3, bloccati dallo zenzero, evitano la trasmissione dello stimolo sensoriale al sistema nervoso centrale, che invertirebbe la motilità gastrica.
Non solo, bloccando i recettori per la serotonina 5-HT3, i principi attivi dello Zingiber officinalis aumentano il rilascio di acetilcolina e di conseguenza riducono il tempo di svuotamento gastrico. Inoltre, si stimolano i recettori termosensibili dello stomaco che provocano un aumento del tono della muscolatura intestinale e l'attivazione della peristalsi.
Lo zenzero sta rivelando anche delle proprietà di tipo antiinfiammatorio, questa volta non solo limitate all'apparato digerente, ma attive in tutto il corpo.
In particolare, Moattar ha voluto confrontare gli effetti di ibuprofene, acido mefenamico e zenzero per il trattamento della dismenorrea primaria. 250mg di zenzero somministrate 4 volte al giorno hanno avuto lo stesso effetto di 250mg di acido mefenamico o 400mg di ibuprofene (sempre somministrate 4 volte al giorno).
Nel 2014 però, lo si è testato anche contro l'emicrania, confrontandolo con una comune terapia a base disumatriptan.
Cento pazienti sono stati divisi in due gruppi, per ricevere o polvere di zenzero o sumatriptan. Si è poi valutato il tempo d'insorgenza del mal di testa, la sua gravità e la rapidità di effetto della terapia. Inoltre, si è anche raccolta una valutazione soggettiva delle persone coinvolte: un loro giudizio circa gli effetti della terapia dopo 5 attacchi consecutivi e la loro soddisfazione generale e volontà di continuare il trattamento. In entrambi i gruppi, la severità media del mal di testa è calata significativamente dopo due ore dalla somministrazione, con efficacia comparabile tra i due trattamenti. Gli effetti avversi clinici della polvere di zenzero sono stati però significativamente minori rispetto al sumatriptan. La soddisfazione dei pazienti e la volontà di continuare il trattamento non ha evidenziato differenze significative.
Luca Guizzon
Farmacista esperto di fitoterapia e Responsabile del laboratorio galenico di Farmacia Campedello
in collaborazione con Riccardo Carli, PhD Student at The University of Queensland
Fonti
JAMA.2016 Oct 4;316(13):1392-1401. doi: 10.1001/jama.2016.14337.
Phytother Res.2014 Mar;28(3):412-5. doi: 10.1002/ptr.4996. Epub 2013 May 9.
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