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Nutrizione

17 Novembre 2011

Perché limitare il sale nella dieta, se non fa bene al cuore?


Secondo i dati oggi disponibili, analizzati in una revisione sistematica della Cochrane, ridurre l’apporto alimentare di sale non fa diminuire il rischio di malattie cardiovascolari, né quello di morire per queste malattie. «Il continuo incoraggiamento a ridurre l’assunzione di sale ha portato a un’effettiva diminuzione del suo utilizzo, che ha avuto come conseguenza una piccola riduzione della pressione sanguigna» spiega Rod Taylor, autore della revisione Cochrane, che lavora presso l’Università di Exeter. Tuttavia non sono emersi «grandi benefici probabilmente perché le persone analizzate hanno ridotto di poco il loro consumo giornaliero di sale, per cui l’effetto sulla pressione sanguigna e sul cuore è limitato» conclude Taylor. In definitiva non si può escludere che la restrizione dietetica possa avere effetti clinici rilevanti, ma allo stato attuale è dimostrato solo un modesto beneficio, atteso e proporzionale alla contenuta riduzione pressoria raggiunta. Considerando che la revisione ha potuto contare sui dati di 7 studi per un totale di 6.489 partecipanti «è importante» suggerisce Taylor «fare studi molto più grandi per comprendere a fondo i rischi e i benefici legati all’assunzione di sale». 

Cochrane Database of Systematic Reviews 2011, Issue 7. Art. No.: CD009217

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