Nutrizione
13 Giugno 2014L'atopia è una tendenza, che si manifesta più tipicamente nei bambini o negli adolescenti, a divenire sensibili e produrre immunoglobuline E (IgE) in risposta all'esposizione ad allergeni. Come conseguenza si possono sviluppare i sintomi tipici dell'asma, della rinocongiuntivite e dell'eczema. È una definizione che dovrebbe essere riservata a coloro che hanno una predisposizione molto accentuata (di origine genetica e influenzata da fattori ambientali), a reagire verso allergeni comuni a cui tutti sono esposti, ma verso i quali la maggior parte delle persone non ha una reazione prolungata IgE-mediata. È dunque una condizione tipica di un organismo molto reattivo e non dovrebbe essere usata se la sensibilizzazione non viene documentata dall'esito positivo di un prick test o dalla presenza di IgE nel siero.
Il ruolo dell'alimentazione è da tempo studiato in relazione ai disturbi atopici e non sembra di secondaria importanza. Quello che si può dire è che molti allergeni alimentari inducono un peggioramento e inasprimento della malattia. Nella dermatite atopica (Da) l'esposizione ad allergeni alimentari peggiora le condizioni soprattutto nei bambini, determinando un dermatite anche severa, rispetto al resto della popolazione. Gli alimenti possono portare ad una reazione di ipersensitività immediata oppure generare reazioni tardive, di ore o giorni. Per quanto riguarda le azioni preventive nei bambini a rischio si raccomanda di favorire l'allattamento al seno quando possibile e l'introduzione di alimenti solidi dopo i 6 mesi di età. Sembra poi che l'introduzione nella dieta dei bambini e nelle donne in gravidanza di alcuni probiotici possa essere positiva. Ci sono molti dati, che tuttavia attendono conferma da studi approfonditi, che indicano in alcuni probiotici (Lactobacillus rhamnosus GG) o in mix di catene specifiche una potenziale fonte di riduzione della sintomatologia della Da.
In generale, anche se eliminare certi alimenti porta un sollievo, questo deve essere raccomandato solo in alcuni casi. Secondo il National institute of allergy and infectious disease una dieta di eliminazione può essere consigliata solo in presenza di una ben documentata allergia a specifici allergeni alimentari, che concorrono a determinare condizioni di atopia; sebbene infatti si sia visto che questo può ridurre la severità dei sintomi, non è chiaro se alteri la progressione patologica della malattia. Nella dermatite atopica, gli effetti di una dieta di restrizione sono comunque difficili da quantificare per la natura multifattoriale dello sviluppo della malattia stessa, per la difficoltà di seguire una dieta corretta, perché è necessario educare il paziente e, infine, per il rischio di uno sbilanciamento degli apporti nutrizionali totali.
Clin Aesthet Dermatol. 2014 7(3): 30-36
WAO/EAACI Allergy Definitions
Allergy 2006: 61: 969-987
Francesca De Vecchi - esperta in scienze dell'alimentazione
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