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Politica e Sanità

16 Novembre 2011

Sacconi ad Aifa, Ru486 solo con ricovero


"Sulla base dei pareri del Consiglio superiore di Sanità, la specialità Mifegyne, nota anche come pillola Ru486, può essere utilizzata per uso abortivo, in compatibilità con la legge 194, solo se l''intera procedura abortiva, e fino all''accertamento dell''avvenuta espulsione dell''embrione, sia effettuata in regime di ricovero ordinario nelle strutture sanitarie indicate dall''articolo 8 della suddetta legge". Lo afferma il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, nella lettera-parere inviata al presidente dell''Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Sergio Pecorelli, sulla pillola abortiva. "Il Consiglio di amministrazione dell''Aifa - scrive Sacconi - valuti se sia necessario riconsiderare la delibera adottata al fine di garantire modalità certe di somministrazione del farmaco in questione onde evitare ogni possibile contrasto con la legge n.194 del 1978". Il parere del ministro del Welfare è stato richiesto dall''indagine conoscitiva sulla pillola abortiva e sulla compatibilità con la legge 194, condotta dalla Commissione Sanità del Senato. La lettera-parere di Sacconi a Pecorelli comincia appunto ricordando che "la legge 22 maggio 1978, n.194 (norme per la tutela sociale della maternità e sull''interruzione volontaria della gravidanza), stabilisce che l''interruzione volontaria di gravidanza deve essere praticata da un medico del servizio ostetrico ginecologico in ospedale, specificando inoltre quali siano le strutture autorizzate". La necessità del ricovero dall''assunzione del farmaco fino all''espulsione del prodotto del concepimento, della sorveglianza di un medico del servizio ostetrico ginecologico per tutto il percorso abortivo e di un attento monitoraggio per ridurre al minimo le reazioni avverse, ricorda ancora Sacconi, è stata riconosciuta dal Cda dell''Aifa, che "il 30 luglio 2009 ha stabilito che ''l''impiego del farmaco deve trovare applicazione nel rigoroso rispetto dei precetti normativi previsti dalla legge 22 maggio 1978, n.194 a garanzia e tutela della salute della donna".

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