Politica e Sanità
16 Novembre 2011Il futuro dellinformazione scientifica indipendente? La personalizzazione dei contenuti in base alla maggiore o minore sensibilità del medico per una prescrizione appropriata anche in termini economici. Ne è convinto Andrea Messori, vicepresidente della Sifo (Società italiana farmacia ospedaliera): tra gli argomenti di dibattito al congresso nazionale della società scientifica, ospitato a Cagliari la settimana scorsa, cera anche linformazione di fonte pubblica, quella assicurata dai farmacisti ospedalieri. �Lobiettivo� spiega Messori �è quello di fornire ai medici studi e articoli scientifici nei quali il tema appropriatezza non è disgiunto da quello relativo ai costi�. Iniziative di informazione scientifica indipendente sono attualmente in corso sia a livello nazionale sia in alcune regioni, come Toscana ed Emilia Romagna, ma devono fare i conti con uninsufficienza di fondi quasi cronica: �Tiriamo avanti con quello che arriva dal contributo del 5% sulle spese promozionali delle aziende� prosegue Messori �ma lo dividiamo con la ricerca indipendente e quindi dobbiamo farci bastare quello che rimane. I nostri concorrenti, ossia le industrie, dispongono invece di budget ben più consistenti per sostenere la propria informazione�. Di qui lidea di accrescere la qualità più che la quantità dellinformazione pubblica: �I medici hanno bisogno di questo tipo di aggiornamento � sottolinea il vicepresidente della Sifo �perch� abitualmente non ricevono dati relativi al peso economico di una molecola rispetto alle altre della stessa classe o di una particolare tecnica diagnostica. Porre paletti burocratici allinformazione di fonte aziendale, come in passato hanno fatto alcune regioni, dà risultati incerti. N� ha senso incrementare le iniziative indipendenti, perch� di informazione se ne fa già troppa, a prescindere da dove arriva. La vera sfida è quella di puntare sullinformazione personalizzata�. In altri termini, a ognuno laggiornamento di cui ha bisogno. �Ci sono medici� conferma Messori �che prescrivono il 95% di generici e altri, magari nel paese vicino, che non superano il 35%. Ai primi basterebbe un feedback che confermasse la bontà della loro strategia prescrittiva, ai secondi invece si potrebbe rivolgere uninformazione intensificata e indirizzata a responsabilizzarli sul peso economico delle loro scelte�.
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato in ambito farmaceutico iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
28/12/2019
Per contrastare la compravendita illegale di farmaci per uso veterinario il Ministero sta studiando un logo, un bollino di qualità sulla falsa riga di quanto fatto per le farmaciePer...
27/12/2019
La Commissione europea ha approvato upadacitinib (Rinvoq) per il trattamento dell'artrite reumatoide attiva di grado da moderato a severoLa Commissione europea ha approvato upadacitinib (Rinvoq) per...
27/12/2019
Solo il 2% delle farmaciste donne possiede una farmacia nonostante rappresentino il 62% della forza lavoro, è quanto emerge dal sondaggio "Survey of registered pharmacy professionals 2019" del...
A cura di Lara Figini
27/12/2019
Acquistare i farmaci su internet attraverso siti non autorizzati è un fenomeno in continua crescita e l'unica arma per contrastarlo resta l'educazione sanitaria e l'orientamento dei cittadini...
©2024 Edra S.p.a | www.edraspa.it | P.iva 08056040960 | Tel. 02/881841 | Sede legale: Via Spadolini, 7 - 20141 Milano (Italy)