Politica e Sanità
17 Novembre 2011Venerdì di fuoco per gran parte delle farmacie italiane a causa dell’entrata in vigore dei nuovi prezzi di riferimento sugli equivalenti. Come si temeva, è toccato ai farmacisti fare da bersaglio alle proteste di quei clienti che hanno dovuto mettere mano al portafoglio per pagare la differenza tra quota rimborsata e prezzo di vendita. Tantissimi, perché a oggi si contano sulle dita i produttori che hanno limato verso il basso i propri listini e si tratta in gran parte di aziende di piccole dimensioni. Ci vorrà invece tempo perché le imprese più importanti comincino a tagliare i prezzi, sempre che decidano di farlo: una nota di Assogenerici ricorda che se in alcuni paesi esteri gli equivalenti hanno prezzi inferiori è perché poggiano su volumi di mercato assai maggiori; in Italia questi volumi non ci sono e quindi le imprese non possono fare miracoli. Se ne ricava che per qualche settimana la dispensazione di un equivalente costringerà i farmacisti a lunghe spiegazioni. Per avere conferma basta un veloce giro tra le regioni. «Venerdì mattina erano arrabbiati in parecchi» racconta Marco Nocentini Mungai, vicepresidente di Federfarma Toscana, titolare a Firenze « non è stato facile spiegare perché da un giorno all’altro c’è da pagare un ticket». «Ovvio che ci fosse rabbia» aggiunge Elisabetta Borachia, presidente di Federfarma Liguria «i giornali dicevano che i prezzi dei generici sarebbero calati e poi scopri che c’è da pagare un ticket, chi non se la prenderebbe?». Per avvertire della novità e sottrarre i titolari da sospetti infondati, Federfarma nazionale aveva distribuito una locandina da appendere in farmacia e lo stesso avevano fatto anche alcune Unioni regionali. Ma non è bastato. «La gente è irritata per quello che di fatto è un ticket occulto» commenta Achille Toschi Gallina, presidente di Federfarma Bologna e titolare nel capoluogo «e a noi crea disagio: viene a cadere il significato stesso del generico, per il quale ci battiamo da tempo». In questa veloce panoramica fanno eccezione solo poche Regioni: in Campania, per esempio, le liste di trasparenza entreranno in vigore il 20 aprile; in Piemonte invece l’amministrazione ha autorizzato l’applicazione fino a oggi della cosiddetta clausola di salvaguardia, che consente al farmacista di dipensare il prodotto reperibile senza ticket a carico del paziente. Ma da domani sarà un’altra musica.
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