Politica e Sanità
17 Novembre 2011Preoccupa Adf e Federfarma Servizi la gara d’appalto lanciata il 20 maggio da Astrazeneca per selezionare i grossisti che, a livello regionale, gestiranno in nome e per conto dell’azienda la distribuzione alle farmacie in situazione di carenza. Preoccupa al punto tale che le due sigle del settore intermedio hanno già fissato per lunedì prossimo una riunione congiunta dei propri direttivi, nella quale analizzare la situazione e riflettere sui possibili sviluppi. L’iniziativa di Astrazeneca è legata al servizio di emergenza “Sos pazienti”, inaugurato nel 2007 e diretto ad assicurare alle farmacie la pronta reperibilità del medicinale in situazioni di temporanea carenza. Attualmente la distribuzione è assicurata “in nome e per conto” da Dhl, ma l’azienda mira a selezionare un team di grossisti che – uno per regione – operino come mandatari per la custodia e consegna dei farmaci ordinati attraverso il servizio di emergenza. Di qui la gara d’appalto, con offerta di base (al ribasso) fissata al 3%, ossia il margine che mediamente riscuotono oggi i grossisti. In più, il bando di gara sembra invitare alla competizione non solo i distributori della filiera, ma anche gli operatori provenienti da altri comparti. Questa, almeno, è la lettura di Adf e Federfarma Servizi, che hanno anche inviato un telegramma ai vertici di Astrazeneca per invitarli a un confronto.
«Se l’operazione dovesse andare in porto» è il commento di Paolo Tagliavini, presidente di Federfarma Servizi «si rischierebbe la destabilizzazione dell’intero sistema. La gara al ribasso creerebbe tensioni tra i grossisti, avremmo aziende di serie A e di serie B, disagi insostenibili. In più, le condizioni del bando aprono a potenziali partnership con soggetti che non appartengono al sistema ». Riflessioni anche dal presidente di Adf, Carmelo Riccobono: «Il progetto Astrazeneca sarà preso in esame per quello che è lunedì prossimo, per meglio capirne le reali finalità. Se motivo di preoccupazione esiste, esso riguarda principalmente i nostri clienti farmacisti, che rischiano di essere monopolizzati per una parte non trascurabile delle loro necessità, nella prospettiva peraltro di poter accedere a forniture solo su base settimanale e a condizioni economiche bloccate».
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