Politica e Sanità
17 Novembre 2011La bocciatura al ddl Tomassini-Gasparri impartita l’altro ieri dalle Regioni ha sorpreso Federfarma come una doccia fredda. “Inaspettata” è l’aggettivo più gettonato nei commenti che arrivano dal sindacato, anche perché a Cosmofarma, due settimane fa, la presidente Racca (Foto) aveva dato per superate le divergenze con i governatori sul riordino: «Il giorno in cui la Conferenza delle regioni avrebbe dovuto esaminare il parere del Comitato salute sul ddl» aveva raccontato «siamo andati a trovarli nella loro sede e uno a uno li abbiamo convinti a ritirare il documento».
Invece è stata soltanto una pausa di riflessione. E nel parere dell’altro ieri, le Regioni hanno confermato tutte le perplessità avanzate a suo tempo dal Comitato salute: no al disegno di riordino nelle parti in cui limita radicalmente la distribuzione diretta (che assicura ai governi regionali più di un miliardo di risparmi), in cui prevede un concorso straordinario nazionale e in cui rivede quorum, aperture in deroga e presidi decentrati.
«Eravamo convinti che i governatori avrebbero dimostrato buon senso politico» commenta il presidente del Sunifar, Alfredo Orlandi «soprattutto speravamo che con le Regioni si sarebbe potuto avviare un tavolo dove trovare una composizione su tutti i temi che ci stanno più a cuore». Le obiezioni dei governatori, invece, potrebbero diventare un macigno sul rinnovo della Convenzione: «Questo non lo so, di certo come presidente del Sunifar non posso fare a meno di chiedermi quale concetto abbiano le Regioni del ruolo delle farmacie rurali. Se non hanno alcun interesse nei loro confronti, lo dicano subito».
Per Orlandi, in ogni caso, vanno evitate le crisi da panico: «Continuiamo a lavorare per la farmacia come abbiamo fatto finora, ribattendo colpo su colpo a tutti gli attacchi. Gli allarmismi non servono, a forza di gridare al lupo il lupo arriva davvero».
Di diverso avviso quella parte dell’assemblea di Federfarma che sta all’opposizione rispetto all’attuale presidenza: «Va convocata al più presto una riunione di tutti i presidenti regionali per una riflessione su quanto accaduto l’altro ieri» chiede Augusto Luciani, presidente di Federfarma Umbria «il no dei governatori ci preoccupa non poco, anche alla luce delle notizie provenienti da regioni come Veneto e Toscana. Vogliamo capire come intende muoversi il sindacato».
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