Politica e Sanità
15 Novembre 2011"Abbiamo capito come si sta muovendo il focolaio epidemico dovuto al virus Chikungunya, trasmesso dalla puntura della zanzara tigre, e questo ci permette di intervenire prontamente" così si è espresso Giovanni Rezza, responsabile del Reparto Epidemico del Dipartimento Malattie Infettive dell''Istituto Superiore di Sanità. Quando fu identificato il primo focolaio epidemico - prosegue -, le persone colpite erano già numerose e quindi è stato più difficile debellare questi nuclei anche quando si è incominciato ad intervenire pesantemente. Adesso la ASL di Ravenna e la Regione, in stretto coordinamento con noi riescono a identificare prontamente i nuovi focolai che finora sono stati un paio, uno verso Cervia, l''altro verso la periferia di Cesena, riuscendo di fatto a circoscrivere il problema immediatamente, questo grazie al fatto che ora è possibile individuare subito il focolaio sospetto basandosi sulla comparsa di sintomi ormai noti". "In questo caso - aggiunge Rezza - si può intervenire immediatamente con delle opere di disinfestazione mirate, insomma con misure molto aggressive. Cioè praticamente invece di disinfestare, riducendo di fatto il numero delle zanzare, solo nelle zone pubbliche, si interviene casa per casa e così si riesce praticamente ad abbattere la densità di questi animali veicoli di infezione, e a circoscrivere i focolai". Con la diminuzione del numero di persone infette e la diminuzione del numero di zanzare, anche attraverso gli interventi programmati, si può circoscrivere il rischio di nuovi contatti. "Si tratta di tenere duro ancora per un mese. La Asl, la Regione devono continuare a fare il lavoro che stanno facendo con grande prontezza, Con l''avvicinarsi della stagione fredda, poi, la densità di zanzare diminuirà e circoscrivere adesso il problema vorrà dire di aver circoscritto di fatto il focolaio ed avere delle speranze per il futuro. Rezza sottolinea inoltre che "da adesso in poi nulla sarà più come prima, nel senso che da questa piccola epidemia, di una malattia relativamente benigna, che si manifesta con un febbrone, eruzioni cutanee e dei dolori articolari che possono essere anche forti ma che evolvono nella maggioranza dei casi in modo benigno è suonato una sorta di campanello d''allarme". Questa esperienza - conclude Rezza - ha insegnato che da adesso in poi si deve pensare in modo "globale", mai si era diffusa una malattia tropicale in un Paese a clima temperato, in un Paese industrializzato.
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