Politica e Sanità
17 Novembre 2011Doppia tegola sul capo dei titolari dalla Manovra che il governo ha presentato ufficialmente ieri. Perché oltre alla sforbiciata (già nota) che dal 2013 dovrebbe colpire la spesa farmaceutica territoriale, dal cilindro del decreto spunta anche il blocco dei pignoramenti a carico di aziende e istituti sanitari nelle Regioni commissariate. È una brutta botta per tutti i titolari che, nel Mezzogiorno in particolare, sono creditori di parecchie mensilità arretrate nei confronti delle Asl: «fino al 31 dicembre 2011» si legge infatti nel decreto «non possono essere intraprese o eseguite azioni esecutive limitatamente alle risorse finalizzate al finanziamento dei servizi sanitari regionali. Le azioni esecutive eventualmente intraprese o proseguite sono improcedibili». Se non è difficile stimare il peso del blocco sulle spalle dei titolari (in Campania le Asl devono alle farmacie circa 600 milioni di euro) più complicato è invece quantificare gli effetti del taglio alla spesa farmaceutica territoriale. Nell’ultima bozza in circolazione prima della riunione del Consiglio dei ministri che ieri ha varato la Manovra, infatti, continuano a mancare cifre che quantifichino l’entità della sforbiciata, sebbene nella mattinata alcuni giornali parlassero esplicitamente di un abbassamento del tetto dal 13,3 al 12,5% a partire dal 2013. Secondo altre fonti, invece, l’assenza di cifre fa supporre che la ridefinizione dei tetti verrà stabilita dall’Aifa una volta messe sul tavolo le altre misure che il decreto riserva alla farmaceutica, dallo spostamento di una nuova manciata di farmaci ospedalieri sul bilancio della spesa territoriale all’aggiornamento delle tabelle sulle migliori performance di consumo regionale in tema di generici. Si vedrà presto chi l’azzecca, intanto da Federfarma arrivano sulla Manovra commenti non del tutto negativi. «L’intervento alla spesa territoriale non ci rallegra» dice il segretario nazionale del sindacato, Alfonso Misasi «ma non va dimenticato che la Manovra incrementa il fondo sanitario nazionale dello 0,5% nel 2013 e dell’1,4% nel 2014, quindi il taglio nel tempo verrà in parte riassorbito. E poi c’è la promessa riclassificazione in Pht di un po’ di farmaci ospedalieri, che dovrebbero finire in dpc e passare dalle farmacie. Insomma, fatta la somma algebrica di tutti gli interventi, usciamo meno peggio di altri comparti».
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