Politica e Sanità
17 Novembre 2011Il 73% dei farmaci classificati in fascia A appartiene ormai alla categoria degli equivalenti. Nessun’altra categoria sa fare meglio, perché nella fascia H gli off patent superano di poco il 6% e nella fascia C, quella a totale carico dell’assistito, si fermano al 29%. Sono alcuni dei dati diffusi ieri al convegno organizzato dall’università degli Studi di Milano in collaborazione con Afi (Associazione farmaceutici industria), Adritelf, Crs italiana e consorzio interuniversitario Tefarco Innova. Nel corso della giornata docenti, ricercatori e addetti ai lavoro del mondo farmaceutico hanno cercato di ricomporre il confuso puzzle che oggi ritrae la realtà italiana del generico. Perché a dieci anni dalla legge che autorizzò la sostituzione dell’off patent in farmacia, il nostro paese è ancora lontano dagli obiettivi di mercato che allora si sbandierarono ottimisticamente e il generico continua a scontrarsi con resistenze e pregiudizi spesso alimentati da falsi miti. Di qui l’obiettivo del convegno, nel corso del quale vari relatori hanno provato a ricollocare al giusto posto i tasselli del mosaico. E così Paola Minghetti, docente dell’ateneo milanese, ha ripercorso le tappe legislative che, in modo non sempre coerente, hanno costruito progressivamente il sistema oggi vigente, imperniato sulle liste di trasparenza e sulla sostituibilità in farmacia. Vittorino Ravelli, dell’Afi, ha ricordato le regole che normano gli studi sulla bioequivalenza per sgomberare il campo dalla “leggenda metropolitana”, diffusa soprattutto tra i medici, secondo la quale nei generici sarebbe tollerata una disponibilità di principio attivo fino al 20% inferiore all’originator. «In realtà» ha spiegato Ravelli «gli intervalli di confidenza accettati dai ricercatori sono gli stessi che si registrerebbero in un campione statisticamente significativo mettendo a confronto un farmaco brevettato e la sua copia esatta». Infine Giovanna Cangiano, direttore affari regolatori di Almirall, si è soffermata sul meccanismo delle liste di trasparenza per metterne in luce le incoerenze - «ci sono stati casi» ha rammentato «in cui un originator è stato inserito nelle liste quando ancora il generico non era disponibile sul mercato, con effetti spiacevoli per i consumatori – e anche le novità: da febbraio, alcune specialità a base di nifedipina riportano accanto la dicitura “non sostituibile con…”, primo e unico caso di sostituibilità limitata.
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