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Politica e Sanità

17 Novembre 2011

Francia, sindacati divisi sulla riforma della remunerazione


Mentre in Italia si attende con impazienza che Sisac e Comitato di settore licenzino l’atto d’indirizzo che deve dare il via alle trattative per il rinnovo della Convenzione, in Francia i sindacati dei titolari affilano le armi in vista della negoziazione con il governo. A fare da traccia sarà il documento presentato recentemente dall’Igas (Inspection generale des affaires sociale, un organismo consultivo a livello ministeriale sulle tematiche sociali), nel quale si propone il passaggio dal sistema misto attuale (margine più una quota fissa dal valore estremamente modesto) a un onorario professionale parametrato su tre voci (ricetta, linea e farmaci speciali) e inoltre si disegna un riordino del servizio farmaceutico francese venato di un moderato liberismo, a partire dalla proposta di aprire la titolarità delle farmacie al capitale. Discordanti le posizioni dei farmacisti. La Fsfp (Fédération des syndicats pharmaceutiques de France) è pronta a sostenere il modello di remunerazione proposto dall’Igas a patto che la transizione dal vecchio al nuovo sistema sia graduale: dal 2012, è il parere del sindacato, si potrebbe concordare che un quarto del fatturato complessivo del canale sia alimentato dall’onorario professionale. La riforma della remunerazione trova invece critico l’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine), che è favorevole soltanto a un’integrazione tra margine sul prodotto e onorario. «L’onorario» è il parere del sindacato «deve integrare l’attuale rendita e remunerare i nuovi servizi, non di più». Ancora più arrabbiata l’Unpf (Union nationale des pharmacies de France), secondo la quale «quella dei farmacisti è l’unica professione che più lavora e meno viene pagata». Per il sindacato, in particolare, il canale farmacia non è pronto al passaggio esclusivo all’onorario professionale e dunque la priorità dev’essere quella di ridare «progressività al margine» prima di discutere di ogni eventuale riforma. I farmacisti italiani prendano appunti.

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