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Politica e Sanità

30 Novembre 2011

Dopaminergici che spingono al gioco


Gli antiparkinsoniani dopaminergici possono avere come effetto collaterale la febbre del gioco, o altri comportamenti compulsivi. Soprattutto se le cure sono somministrate a pazienti relativamente giovani e con tratti della personalità che predispongono a compulsione. A segnalare la circostanza è uno studio pubblicato sugli Archives of Neurology.La ricerca, condotta dagli scienziati del National Institute of Neurological Disorder and Stroke statunitense, ha messo a confronto 21 malati di Parkinson, preda del gioco d''azzardo dopo la terapia con gli agonisti della dopamina, con 42 pazienti in cui non si erano sviluppati comportamenti compulsivi. L''intero campione esaminato è stato seguito dai neurologi di una clinica di Toronto, in Canada, dal 2003 al 2005. “E'' così stato possibile verificare come i comportamenti impulsivi si erano sviluppati dopo la cura nei pazienti a cui era stato diagnosticato il Parkinson in più giovane età. Tutti - spiega la coordinatrice della ricerca, Valerie Voon - avevano alle spalle anche una storia personale o familiare di abuso di alcol, problemi di apprendimento e atteggiamenti impulsivi. In ogni caso - aggiunge Voon - una forte associazione è riscontrabile tra la comparsa di gioco d''azzardo e le terapie anti-Parkinson. Per cui sarebbe meglio tener conto della possibile predisposizione di alcuni malati prima di prescrivere determinate cure".

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