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Politica e Sanità

30 Novembre 2011

Ardua applicazione del ticket


Il prelievo di 10 euro previsto dalla Finanziaria crea sempre maggiori difficoltà alle Regioni. Sulla necessità di cambiare la norma, tutti concordano ma con sfumature molto diverse

Anzich� diminuire, aumentano le difficoltà dovute all’applicazione del ticket sulle prestazioni diagnostiche e specialistiche e specialistiche. A causa, soprattutto, dell’effetto cumulativo della compartecipazione alla spesa prevista a livello governativo e le misure regionali preesistenti. Ultimo caso in ordine di tempo, la Sardegna, dove l’assessore alla Sanità, Nerina Dirindin, ha  deciso di bloccare l''applicazione della quota fissa di 10 euro a ricetta, introdotta dalla legge Finanziaria.  "Il provvedimento � ha spiegato Dirindin in una - si è reso necessario perch� in questi mesi, e per alcune prestazioni specialistiche, sono stati riscontrati effetti distorsivi che hanno portato i pazienti a scegliere l''acquisto della prestazione a tariffa piena nelle strutture private, più conveniente rispetto al servizio pubblico gravato dal ticket sulla ricetta". Entro 60 giorni l''assessorato dovrà quindi rivedere il sistema, individuando le misure necessarie per assicurare il gettito previsto con l''applicazione del ticket. Restano invece invariate le decisioni adottate da gennaio sui ticket per il Pronto soccorso. Ma questo è, appunto, solo l’ultimo caso. Anche tra i parlamentari vi è chi chiede una revisione radicale di tutta la materia, e si tratta di inviti che giungono sia dalla maggioranza sia dall’opposizione, ovviamente con accenti diversi.

Per Fiorenza Bassoli, deputato Ds, sarebbe il caso di modificare il testo della  la Finanziaria “per cancellare quel ticket, come chiesto anche dalla Commissione Sanita'' del Senato. Dopo questa modifica, sarà necessario aprire un confronto con le Regioni su nuove forme di compartecipazione che si mantengano pero'' entro limiti sostenibili”. Bassoli fa anche il caso delle Regioni con amministrazione di centro-destra che sono ricorse alla Corte Costituzionale, facendo però presente che anche queste avevano sottoscritto con il Ministero della salute un accordo in cui rientrava anche questa entrata, per poi scaricare tutte le responsabilità sul Governo. Comunque la norma va rivista, per l’esponente Ds, sia per lasciare libere le Regioni di decidere sotto la loro responsabilità in quali forme il cittadino debba partecipare alla spesa, sia perch� in alcune situazioni, per esempio la Lombardia, “l''aumento a 10 euro per ricetta rischia di mettere la sanità pubblica fuori mercato''''.

Sul tema è intervenuto anche Enzo Ghigo, senatore di Forza Italia, già presidente della Regione Piemonte. Per Ghigo la cancellazione del ticket di 10 euro è indispensabile ma, se non cambiano i vincoli posti alle Regioni, si rischia di metterle all’angolo “dal momento che dovranno trovare forme alternative di copertura dei bilanci, perch� e'' chiaro che per ovviare ai mancati introiti le Regioni o dovranno aumentare altre tariffe di compartecipazione, oppure dovranno ridurre la spesa, tagliando inevitabilmente i servizi''''.

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