Politica e Sanità
30 Novembre 2011La Federazione nazionale pensionati della CISL, nel suo VI rapporto sulla condizione anziana, invita a non sottovalutare limportanza delle cure ospedaliere in questa fascia della popolazione. Lassistenza territoriale è importante, ma non è certo sufficiente
Secondo il Rapporto curato dal sindacato, "è assolutamente erronea e fuorviante, nell''ottica delle politiche sanitarie, e non suffragata da evidenze epidemiologiche, la mentalità prevalente che vede nelle persone anziane affette da più malattie cronico-degenerative dei malati cronici, che necessitano esclusivamente di essere assistiti per gli aspetti puramente di custodia. Conclusioni che divergono dagli attuali indirizzi di politica sanitaria, che puntano su un riequilibrio tra ospedale e territorio in favore di questultimo, come indicato anche dal documento sul New Deal della salute presentato dal ministro Livia Turco.
Al contrario, prosegue il documento, le persone di età avanzata affette da più malattie cronico-degenerative, specialmente se associate a uno stato di disabilità, hanno una minore capacità di adattamento, quindi una maggiore probabilità di andare incontro a ulteriori eventi clinici avversi, dunque è proprio questo tipo di malati che più frequentemente fa ricorso all''ospedale". A sostegno di questa tesi, la Cisl riporta i dati secondo cui "i ricoveri ospedalieri per emergenze mediche hanno subito un progressivo incremento negli ultimi anni, in particolare nella fascia di popolazione over 65, motivo per il quale alcuni epidemiologi hanno affermato che il futuro della medicina d''urgenza è costituito dalla cura del malato anziano". I più recenti dati internazionali, prosegue il rapporto, indicano che gli anziani "fanno maggior ricorso al pronto soccorso dei dipartimenti di emergenza (Dea) rispetto ai più giovani, e presentano mediamente un livello di urgenza superiore: rappresentano infatti il 39% dei pazienti trasportati al Dea in ambulanza, e il 47% dei pazienti che vengono ricoverati in Terapia intensiva". E ancora, "hanno una più lunga permanenza all''interno del Dea, una maggiore probabilità di essere ricoverati, vanno più frequentemente incontro ad accessi ripetuti al Dea e a eventi clinici avversi dopo la dimissione". In sostanza, continua la Cisl, "gli anziani che ricorrono all''ospedale sono generalmente malati gravi che hanno bisogno di misure tempestive, intensive e adeguate alle loro peculiarità cliniche. La domanda di assistenza ospedaliera - incalza il sindacato - sarà sempre più costituita da una popolazione di pazienti anziani, frequentemente affetti da più malattie, spesso già con problemi di autonomia funzionale, ma che si rivolge all''ospedale per patologie acute che hanno le caratteristiche di urgenza ed emergenza".
Da qui l''invito della Cisl a "non ridurre il problema dell''assistenza sanitaria agli anziani alla sola valorizzazione di quella domiciliare integrata, all''istituzione di reparti ospedalieri per post-acuzie o al potenziamento delle Residenze sanitarie assistenziali (RSA). è assolutamente necessario, invece - prosegue - costituire una rete integrata di servizi socio-sanitari, laddove le strutture territoriali e le cure domiciliari rappresentino un pilastro irrinunciabile per l''assistenza alle persone anziane, ma in cui l''ospedale continui a rappresentarne il nodo centrale, con l''obiettivo prioritario di preservare l''autonomia funzionale della persona anziana colpita da una malattia acuta, o da una riacutizzazione di una malattia cronica, determinante essenziale della qualità della vita".
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