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Politica e Sanità

30 Novembre 2011

Anche per il farmaco, un New Deal


"I tempi sono ormai maturi per un New Deal della farmaceutica. Un nuovo patto che riesca a conciliare il governo della spesa e la ricerca e lo sviluppo, la domanda e l''offerta e che ponga il farmaco innanzitutto come bene salute, ma anche come bene di mercato. Altrimenti si rischia di uscire fuori dalla competizione europea e internazionale". Si dice convinto che si possa "arrivare a un nuovo patto per la farmaceutica" il direttore generale dell''Agenzia del farmaco (Aifa), Nello Martini, intervenuto, ieri a Roma, al convegno organizzato dal Comitato nazionale piccola industria di Farmindustria. Martini ricorda come l''Italia sia al sesto posto nel mercato farmaceutico, ma denuncia anche il fatto che occupi il 25esimo posto in Ricerca e sviluppo.

"Bisogna per questo - sostiene - creare le condizioni, da subito e non fra dieci anni per avviare una piattaforma condivisa di rilancio del settore, attraverso nuove regole certe e trasparenti. Senza un cambiamento strutturale l''Italia rischia di essere tagliata fuori". Martini riferisce a tal proposito alcuni dati da cui l''Italia risulta avere "un ruolo marginale come Paese di riferimento nella registrazione dei farmaci. Infatti - ricorda - il Nord Europa ''porta avanti'' l''80% dei processi di registrazione dei medicinali nel vecchio continente, rappresentando invece il 20% del mercato. Al contrario il Sud Europa, e quindi anche l''Italia, rappresenta l''80% del mercato ma solo il 20% nelle registrazioni. Come dire - conclude - che il Nord registra e il Sud paga". Un ruolo marginale che l''Italia ha anche nelle prime fasi di sperimentazione clinica dei farmaci. E che, secondo Martini, "potrà essere invertito solo da un cambiamento strutturale in tempi brevi".
Il direttore dell''Aifa offre poi la disponibilità agli imprenditori delle piccole e medie aziende italiane a "programmare una serie di incontri per analizzare i reali problemi di queste imprese, per arrivare a una proposta coerente e concreta da inserire nel nuovo Patto per la farmaceutica". Un''attenzione alle Pmi italiane che Martini garantisce, assicurando "che non si vuole arrivare solo a dichiarazioni di intenti, ma a disegnare soluzioni su problemi reali".

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