Politica e Sanità

30 Novembre 2011

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Nonostante l''aumento delle risorse previste per il 2007 e per i prossimi due anni, la sanità italiana potrebbe non raggiungere il pareggio dei conti. Queste le conclusioni di uno studio dell''associazione Cer-Nib, presentato ieri a Roma nel corso di un convegno organizzato dalla Fondazione Farmafactoring. La ricerca è stata realizzata applicando un modello econometrico, il Sanimod del Ceis Tor Vergata di Roma, che ha permesso di stimare l''andamento delle casse sanitarie del Paese nel 2006, 2007 e 2008. "I dati delle simulazioni - si legge nella ricerca - sembrano suggerire che la tendenza tra il 2006 e il 2008 sarà di continuare ad accumulare deficit, anche se su livelli più contenuti". Anche prevedendo un aumento della pressione fiscale, ovvero un aumento del 30% dell''aliquota Irpef regionale, non tutte le Regioni riuscirebbero ad azzerare il deficit. Nel Lazio, in Molise e Campania, per esempio, la manovra fiscale genererebbe risorse capaci di coprire meno del 15% del deficit, e solo poco più del 20% in Sicilia. In molte Regioni, dunque, la leva fiscale da sola non basterebbe. Indispensabili anche tagli sulla spesa e razionalizzazioni, ovvero una nuova politica sanitaria. In altre parole, "se le cose non cambiano in modo sostanziale - sottolinea Vincenzo Atella, docente della facoltà di Economia dell''Università Tor Vergata di Roma - non si riuscirà a recuperare". "Con il patto per la salute � ha risposto Claudio De Vincenti, consigliere economico del ministro Livia Turco e del viceministro dell''Economia Vincenzo Visco - si è realizzata una rottura col passato. I maggiori stanziamenti, infatti, sono legati a un più attento controllo della spesa. Solo se le cose dovessero andare male � ha concluso De Vincenti - il quadro tracciato da questa ricerca finirebbe per rilevarsi reale".