Politica e Sanità

30 Novembre 2011

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I risultati di una ricerca danese, presentati al 23esimo meeting dell''European Society of Human Reproduction and Embriology, ha mostrato che nei 12 mesi successivi alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, le probabilità di gravidanza erano più basse tra coloro che, contemporaneamente, utilizzavano terapie complementari o alternative. Nel campione di  818 donne la possibilità di arrivare a una gravidanza si riducevano del 20%. Lo studio, condotto da Jacky Boivin, della scuola di psicologia della Cardiff University, in Inghilterra, in collaborazione con i colleghi dell''ateneo di Copenhagen, sottolinea che l''uso di terapie alternative è molto alto tra le donne che cercano la gravidanza. Ma non chiarisce se l''assunzione di supplementi, infusi e altri ritrovati, ma anche la riflessologia, sia associato al desiderio di avere un figlio o allo stress di non riuscire ad averlo. La seconda ipotesi non è da scartare, considerando che "chi segue queste terapie - riconosce Boivin - risulta molto meno stressato rispetto a chi non le adotta". Ma la minore dose di stress non sembra comunque favorire la gravidanza. Il prossimo passo sarà capire perch� si ricorre alle terapie alternative: se per aumentare le  possibilità di un figlio o per tenere a bada l''ansia legata alle difficoltà del concepimento. Per ora, l''equipe ha in programma una nuova ricerca che studi gli effetti di queste terapie sul lungo periodo, quantificando le gravidanze portate a termine nell''arco di cinque anni.