Politica e Sanità
30 Novembre 2011Il modello di remunerazione mista, al quale guardano Federfarma e Fofi per salvare la redditività della ricetta Ssn, non farà tornare il segno più agli utili delle farmacie ma dovrebbe almeno rallentare l’erosione dei fatturati. Questo, se non altro, è quanto sta succedendo in Belgio, dove da un anno e mezzo circa il vecchio sistema basato su un margine regressivo in quattro scaglioni è stato sostituito da un modello misto imperniato su quota fissa più margine. È quanto emerge dalla recente ricerca sui meccanismi retributivi delle farmacie europee condotta dalla rivista francese Le Quotidien du pharmacien e dall’analisi effettuata a luglio dall’Igas, l’ispettorato interministeriale parigino per i servizi sociosanitari, sul riordino delle farmacie transalpine. L’obiettivo della riforma belga era quello di sottrarre le farmacie agli effetti delle ricorrenti misure di contenimento della spesa pubblica e al calo generale dei prezzi dei rimborsati a causa delle genericazioni, riassumibili nella sostanziale stagnazione dei fatturati tra il 2008 e il 2010 (in media su poco più di un milione di euro per farmacia). Il nuovo modello in particolare, prevede un onorario fisso di 3,94 euro a pezzo (che contribuisce mediamente al 75% della remunerazione), un margine sul prezzo al pubblico in due scaglioni (per il 20%) e infine una serie di onorari aggiuntivi per servizi professionali come preparazioni magistrali, trattamenti sostitutivi degli oppiacei eccetera (5% della remunerazione). Dai primi dati (citati nel luglio scorso dai francesi dell’Igas in vista di un’analoga riforma) sembra che il sistema sia sì venuto in soccorso delle farmacie belghe, ma con qualche effetto collaterale. La quota fissa per confezione, infatti, ha incoraggiato il servizio sanitario a spingere i consumi delle confezioni con dosaggi più elevati, da cui una brusca frenata nel numero di confezioni dispensate (circa un milione di pezzi in un anno, tra il 2010 e il 2011) e quindi negli introiti delle farmacie. Morale, dalla riforma gli utili delle farmacie (circa 80mila euro per titolare, prima delle imposte) hanno fatto registrare un leggero decremento rispetto alle attese ma sarebbero calati in modo ancora più netto se si fosse mantenuto il vecchio sistema.
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