Politica e Sanità
30 Novembre 2011Sempre più vicina per i titolari francesi quella riforma della remunerazione che nelle attese dovrebbe slegare i fatturati delle farmacie dal prezzo (in lenta ma costante caduta) del farmaco rimborsato. Un decisivo passo avanti lo ha decretato nei giorni scorsi la bozza della legge per il finanziamento della “Securité sociale”, una sorta di finanziaria della Sanità che alla fine di ogni anno determina risorse e meccanismi dell’assistenza pubblica nell’anno a venire. In uno degli articoli del testo, per fine mese all’esame del parlamento, viene infatti ufficializzata l’intenzione di introdurre nella remunerazione delle farmacie una quota di anno in anno crescente «dissociata dal prezzo dei prodotti venduti» e costituita per una parte da un onorario «per la dispensazione» e per l’altra parte da un compenso per prestazione «basato sugli obiettivi di salute (per esempio assistenza ai cronici o gestione del calendario vaccinale) e sull’appropriatezza della spesa».
La legge rimanda alla negoziazione con il servizio sanitario per i dettagli del modello, ma l’accoglienza riservata al provvedimento dalle sigle dei farmacisti francesi è positiva. «Con questo articolo» osserva per esempio Gilles Bonnefond, presidente dell’Uspo (Union des syndicats de pharmaciens d’officine) «prepara il terreno alla remunerazione dei nuovi servizi previsti dalla legge sulla deospedalizzazione dell’assistenza». «Si prospettano opportunità interessanti per i collaboratori di farmacia» ha aggiunto Jérôme Parésys-Barbier, dirigente dell’Ordine dei farmacisti «che possono accedere a nuovi incarichi professionali». Allo stesso modo, l’Ordine attende con impazienza il provvedimento che apre la titolarità al capitale: «In questo modo» ha ricordato Barbier «i collaboratori potranno acquisire quote della farmacia pur restandone dipendenti».
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