Politica e Sanità
30 Novembre 2011Farmacie pronte a entrare in gioco nella partita dei Creg, il progetto della Regione Lombardia che mira a rivoluzionare l’assistenza ai cronici applicando al territorio il modello di spesa dei drg ospedalieri. Per la fine dell’anno dovrebbe scattare il via alla fase sperimentale, che coinvolgerà per dodici mesi le Asl di Lecco, Como, Bergamo, Milano e Melegnano: i pazienti coinvolti seguiranno i percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali previsti per le loro patologie sotto la supervisione di un “provider”, che commissionerà cure e prestazioni e assicurerà la compliance del malato. La Regione, dal canto suo, rimborserà non più per singola prestazione ma per pacchetti integrati, come avviene per gli ospedali con i drg. E gli erogatori (laboratori, ospedali, studi specialistici e anche farmacie) non saranno più pagati dall’Asl ma dal provider, anche se nella fase sperimentale sarà ancora l’Azienda sanitaria a rimborsare. La Regione contava che fossero i medici di famiglia a svolgere tale ruolo intermedio, ma la risposta dei generalisti al bando di reclutamento lanciato quest’estate si è rivelata deludente in diverse Asl. E le farmacie? Il progetto interessa e Federfarma Lombardia ha già cominciato a muoversi per esplorare eventuali collaborazioni con i provider. «Per cominciare» spiega Gianni Petrosillo (foto), segretario del sindacato regionale «abbiamo inviato ai soggetti interessati una comunicazione nella quale offriamo il supporto delle farmacie per l’erogazione di servizi, compresi quelli del d.lgs 153/2009, l’informazione al paziente e la fornitura di dati sui flussi di spesa». In quelle Asl dove la partecipazione dei medici di famiglia non ha raggiunto i livelli attesi, invece, Federfarma potrebbe anche candidarsi al ruolo di provider in caso scattasse quella seconda chiamata della Regione di cui s’è detto: «E’ un’ipotesi che stiamo valutando» prosegue Petrosillo «anche se in prima battuta l’obiettivo è quello di puntare sui servizi». Per il momento, poi, Federfarma non sembra preoccupata dai rischi che alcuni sindacati medici vedono nei Creg: «Io non credo» dice Petrosillo «che il sistema, una volta a regime, servirà a innescare meccanismi di contrattazione sulle prestazioni tra provider ed erogatori. L’obiettivo dichiarato dalla Regione è quello di assicurare una regia ai percorsi diagnostico-terapeutici e la continuità delle cure».
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