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Politica e Sanità

23 Dicembre 2011

Giovani e non titolari preoccupati per la tenuta del sistema


Si alzano le voci contrarie alle misure su farmaci e farmacie contenute nella Manovra finanziaria firmata Governo Monti. Innanzitutto a emergere è la preoccupazione per la liberalizzazione della fascia C in parafarmacie e corner della Gdo. «I farmacisti» è il commento del Conasfa, la Federazione nazionale farmacisti non titolari, «per la loro formazione ed esperienza sanno bene che il farmaco non può e non deve essere considerato un bene di consumo e quindi, ammesso e non concesso che questa manovra possa portare a un risparmio economico, in quanto i farmaci di fascia C hanno un prezzo imposto, è importante chiedersi quale sarà il costo per la salute di tutti i cittadini». Da qui la necessità di riaffermare «il binomio farmaco-farmacista che non deve essere scisso». Un’altra preoccupazione va anche alla tenuta dei conti delle farmacie: «Dal punto di vista economico» spiega Assofarm, l’associazione che rappresenta le farmacie comunali, si tratterebbe di un''operazione mortale per i conti delle farmacie, e certamente le metterebbe nell''impossibilità di realizzare i servizi sanitari di cui si parla da anni e previsti dalla legge 69/2009». Se il bisogno è quello di ampliare il numero di esercizi, questo va fatto con una proposta di riordino organica: «Abbiamo sempre guardato con interesse ogni riflessione e proposta riguardante l''aumento delle farmacie sul territorio, a patto che ciò avvenisse in risposta ad alcuni problemi concreti quali l''assenza di presidi sanitari in alcune aree rurali e periferiche del paese anche con la finalità di recuperare l''attuale sbilanciamento di farmacie pubbliche e private, a oggi a eccessivo vantaggio di queste ultime». Dubbi sulla Manovra anche dai giovani farmacisti: «Nel nuovo decreto» di legge in una nota di Fenagifar «ci ritroviamo dinnanzi a provvedimenti che promettono di far scomparire del tutto il modello della farmacia. Con tutta la risolutezza possibile, invitiamo i rappresentanti di categoria a guardare la professione con una prospettiva generazionale e chiediamo che si costituisca, con urgenza, un tavolo».

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