Politica e Sanità

23 Dicembre 2011

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Mentre alla Camera si esamina la Manovra e il Governo ripete la promessa di proseguire la campagna per le liberalizzazioni (ultimo il presidente del Consiglio Mario Monti), tra i titolari di farmacia gira con sempre maggiore insistenza una parola: Storace. Sì perché gli sconti sulla fascia C introdotti dall’articolo 32 nella versione uscita martedì notte dalla commissione Bilancio richiamano alla mente quanto accadde con il decreto che l’ex ministro della Sanità varò nel maggio del 2005 per invitare le farmacie a ribassare i prezzi di Sop e Otc. Molti se lo ricorderanno: il decreto uscì, la stragrande maggioranza dei titolari lo ignorò e Storace se la prese talmente a male da minacciare la liberalizzazione dei senza ricetta, che di lì a qualche mese avrebbe poi fatto Bersani appena cambiati governo e maggioranza. Se è vero, come alcuni in Federfarma dicono sottovoce, che tutti i mali di oggi hanno origine da quell’errore, è allora vero che stavolta le farmacie faranno bene a prendere sul serio l’articolo 32 e gli sconti del comma 4, da praticare non solo sui farmaci di fascia C che usciranno dalla farmacia perdendo la ricetta, ma anche su quelli che manterranno ricetta ed esclusiva di vendita.
È un pensiero che in queste ore circola non soltanto tra i titolari, ma anche tra i distributori intermedi, ai quali prevedibilmente le farmacie chiederanno di farsi carico di parte del “sacrificio”. «Le cooperative della distribuzione» ricorda il presidente di Federfarma Servizi, Paolo Tagliavini «fanno già tutto quello che è loro possibile per supportare le farmacie e ovviamente continueranno a farlo».
Ma tra i grossisti, cooperative e società, circolano anche altre preoccupazioni: se la corsa agli sconti dovesse rivelarsi subito sostenuta per tutti i canali (farmacie, parafarmacie e corner) potrebbe crescere tra i rivenditori la tendenza ad acquistare direttamente dal produttore per aggirare il segmento intermedio e ottenere sconti migliori. Per molti distributori, già preoccupati dagli aumenti della benzina decisi ancora dalla Manovra, diventerebbe ancora più difficile stare sul mercato, ottenere crediti dalle banche e a loro volta concedere dilazioni generose alle farmacie.