Politica e Sanità
01 Giugno 2012I generici continuano a far discutere e questa volta il botta e risposta vede protagonisti Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria e Giorgio Foresti, presidente di Assogenerici. «Non voglio dare ragione a qualcuno ma stare dalla parte del giusto, e credo che sia corretto quello che dicono i medici» sono le parole con cui Scaccabarozzi dà l’avvio alla tenzone. «Non mi stupisce» risponde Foresti «che l''industria del farmaco di marca prenda le parti della Fimmg dopo 25 anni di condivisione di interessi». «Non capisco dove sta il problema» attacca ancora Farmindustria, «quando il medico prescrive un farmaco a brevetto scaduto non cambia nulla se è generico o brand, e certo non cambia per lo Stato, che inizia a risparmiare da subito». «Vorrei ricordare al presidente di Farmindustria» rilancia Assogenerici «che, alla scadenza dei brevetti, la spesa per lo Stato diminuisce non per effetto di qualche magia, ma semplicemente perché arrivano sul mercato farmaci equivalenti, che, non a caso, si cerca sempre di rallentare con i più fantasiosi espedienti». Il problema per il generico «riguarda piuttosto le quote di mercato, ma su questi aspetti a decidere deve essere sempre un mercato competitivo e liberale». Ma, secondo Foresti, «il dato che si continua a ignorare è che se in Italia il generico avesse raggiunto il livello di consumo medio europeo, per effetto delle dinamiche competitive, lo Stato e le Regioni spenderebbero 750 milioni di euro in meno ogni anno. Senza contare le molecole che perderanno il brevetto da qui al 2015».
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