Politica e Sanità
03 Settembre 2012Dopo una partenza a razzo che aveva illuso, il percorso della riforma che dovrebbe rivedere la remunerazione delle farmacie si fa più complicato. Colpa della legge sulla spending review approvata a metà agosto dalle Camere, che all’articolo 15 manda subito in soffitta il tavolo convocato a fine luglio dal ministro Balduzzi (al suo attivo una sola riunione) e affida il varo della riforma a un decreto ministeriale, ricalcato sui contenuti di un «accordo» che Aifa e categorie interessate dovranno raggiungere entro la stessa scadenza e con il placet della Conferenza delle Regioni. I tempi sono importanti perché nel caso in cui Agenzia e filiera non trovassero l’intesa entro la data fissata, la riforma si farà lo stesso: sempre per decreto, sempre con il placet delle Regioni e con l’aggiunta di un semplice parere delle «commissioni parlamentari competenti». Ma senza l’assenso di titolari e grossisti.
Rispetto a luglio, per le farmacie è una brutta doccia fredda. Alla sua prima riunione il tavolo voluto da Balduzzi aveva suscitato non poche speranze per una concertazione veloce e proficua, tanto che al termine della riunione del 25 luglio il dicastero avevano chiesto a farmacie e distributori di preparare per l’8 agosto una prima bozza di proposta sulla quale iniziare a discutere. Ora invece l’orizzonte si fa più confuso, perché l’articolo 15 cambia gli interlocutori con cui Federfarma e Fofi devono trattare: non più il Ministero ma l’Aifa e ovviamente le Regioni, cui spetterà comunque l’ok finale. E diventa insidioso il cammino: se i titolari chiedono troppo e non si raggiunge l’intesa per metà novembre, la riforma se la faranno per conto loro Ministero e governi locali. Che difficilmente regaleranno qualcosa alle farmacie.
Ecco allora spiegati i sospetti che da qualche settimana circolano in Federfarma, secondo i quali dietro all’articolo 15 ci sarebbe lo zampino proprio delle Regioni. Alle quali il tavolo di Balduzzi e il percorso disegnato dal Ministro non è mai andato giù, così come non era mai andato giù quell’articolo della Manovra 2010 (governo Berlusconi e Fazio alla Salute) che sulla riforma della remunerazione prometteva una trattativa allargata a tutti tranne che alle amministrazioni regionali. Ora, invece, con la spending review il pallino è nella loro mano.
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