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Politica e Sanità

20 Settembre 2012

Riforma remunerazione, Enpaf: non si tocchi lo 0,90


Qualsiasi proposta di riforma per una nuova remunerazione delle farmacie dovrà comunque lasciare invariate le somme che annualmente arrivano dallo 0,90, pena un aggravamento drammatico della contribuzione a carico dei titolari. L’indicazione arriva dal presidente dell’Enpaf Emilio Croce, tra gli ospiti del summit organizzato martedì a Roma da Federfarma Lazio e Piemonte per una riflessione sulla riforma. L’incontro, al quale erano presenti anche associazioni territoriali di Liguria, Umbria e Puglia, è servito soprattutto a ribadire la diffidenza delle due Unioni regionali per il percorso imboccato dalla maggioranza. «Continuiamo a ragionare su proposte generiche e indefinite» osserva il presidente dei titolari piemontesi, Massimo Mana «mancano indicazioni chiare sulle scelte che si vogliono fare a proposito di punti-chiave come i generici o la dpc, non ci sono cifre o numeri sui quali ragionare e confrontarsi». Per l’opposizione, invece, prima di scegliere il modello andrebbe valutato il tipo di farmacia verso la quale evolvere: «Prima si dovrebbe decidere che cosa farà la farmacia di domani e quindi costruire un modello di remunerazione adeguato» prosegue Mana «invece l’impressione è che i ragionamenti siano imperniati soltanto sui soldi. Prospettive di respiro conto, purtroppo».
Tra gli spettatori interessati, anche l’Enpaf: «Non facciamo scelte di campo e non abbiamo preferenze per questo o quel modello» ha avvertito Croce «la nostra unica preoccupazione sono i conti della previdenza: abbiamo innalzato di recente l’età pensionabile per stare dietro al calo delle entrate provenienti dallo 0,90, a sua volta effetto della riduzione della spesa Ssn. Se la riforma della remunerazione non garantirà stabilità su questo fronte, per assicurare la stabilità a 50 anni dei conti (come chiede il decreto Salva-Italia, ndr) dovremo mettere mano al portafogli dei titolari, cioè incrementare sensibilmente le aliquote contributive». Un messaggio che l’Enpaf ha già trasmesso ai vertici di Federfarma, in un incontro risalente al 4 settembre. «Non ci sono ancora state mostrate cifre sulla loro proposta» conclude Croce «dovremmo avere maggiori dettagli nei giorni a venire».
«Troppe ambiguità, troppi punti oscuri» è la conclusione di Franco Caprino, presidente di Federfarma Lazio «il 1° ottobre si apre il tavolo con l’Aifa e il manico del coltello è dalla parte delle Regioni, perché se non si trova un’intesa per metà novembre la riforma la faranno loro con il ministero della Salute. Ci siamo infilati da soli in un vicolo cieco».

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