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Politica e Sanità

02 Ottobre 2012

Tavolo remunerazione, farmacie e distributori davanti al bivio


Federfarma va avanti, i distributori sono sempre più propensi a chiedere un “time-out”. Filiera al bivio dopo l’incontro d’avvio, ieri all’Aifa, del tavolo sulla riforma della remunerazione: non si è parlato né di cifre né di modelli, si è solo discusso del programma da seguire (fissari tre incontri, uno l’8 ottobre, l’altro il 15 e il terzo a fine mese, con il coinvolgimento progressivo dell’industria e delle Regioni). Eppure i nodi sono comunque venuti al pettine. Non tanto nell’incontro formale, quanto piuttosto nella riunione informale che le sigle di categoria (Federfarma, Assofarm e Fofi per le farmacie, Adf e Federfarma Servizi per i grossisti) hanno tenuto subito dopo, una volta uscito il dg dell’Aifa, Luca Pani. È stata l’occasione per un confronto che ha riconfermato le distanze dei giorni scorsi: per il sindacato titolari la riforma della remunerazione deve “congelare” i fatturati delle farmacie per preservarli da ogni ulteriore erosione; per i distributori, invece, dovrebbe essere l’occasione per recuperare qualcosa di quei 3,65 punti di margine persi nel 2010. A chi prenderli e come è il dilemma di non facile soluzione: i grossisti vorrebbero più tempo, Federfarma invece non tollera indugi e intende presentare la sua proposta (modello “tedesco”) lunedì prossimo.
Di qui la probabile separazione, farmacie da una parte e distributori al pit-stop: tra Federfarma e Assofarm ci sono ancora alcune virgole da mettere a posto ma l’intesa sulla proposta dei titolari è all’orizzonte, Adf e Federfarma Servizi invece avrebbero il tempo di lavorare a una loro proposta, magari da trattare con l’Aifa a parte. Resta da capire se i binari sono effettivamente separabili: la legge sulla spending review, infatti, affida la riforma della remunerazione a «un accordo tra le associazioni di categoria maggiormente rappresentative e l’Agenzia del farmaco»; non si parla quindi di più intese (lo stesso Pani ha detto che lunedì si aspetta dalla filiera «una proposta», sostantivo al singolare) né si ammette la possibilità che la riforma si limiti a un solo segmento della filiera distributiva (le farmacie). Il rischio, insomma, è che in caso di scissione l’Aifa ponga un aut aut: o l’accordo riguarda tutti o non se ne fa niente.
E poi ci sono le Regioni: venerdì avrebbero fatto il diavolo a quattro per non essere state invitate al tavolo dall’Aifa, qualcuna sarebbe persino arrivata a chiedere il rinvio dell’incontro. Chissà allora che accadrà nel percorso a venire.

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