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Politica e Sanità

18 Gennaio 2013

Sunifar, il ministro vuole chiudere le farmacie rurali


Il ministro della Salute Renato Balduzzi (foto) «vuole chiudere oltre duemila farmacie e privare di un presidio sanitario oltre 10 milioni di italiani» lo sottolinea un comunicato del Sunifar in rappresentanza delle farmacie rurali. «Siamo allibiti dalla proposta di remunerazione del Ministero», afferma il presidente del Sunifar, Alfredo Orlandi. «Vogliono togliere ogni agevolazione alle piccole farmacie che, a causa della dislocazione in bacini a bassa o bassissima densità abitativa, hanno fatturati ridotti e già con grandi sacrifici garantiscono servizi fondamentali come i turni di notte. Questa proposta renderà impossibile mantenere aperti gli esercizi», ricorda il presidente del Sunifar. «Stupiscono la mancanza di programmazione e il dilettantismo del Ministero nell’affrontare una materia così complessa e congegnata ad hoc per la struttura del nostro territorio». Alla luce della situazione il sindacato delle farmacie rurali sta valutando una serie di iniziative  sindacali a tutela delle piccole farmacie e del mantenimento dell’assistenza farmaceutica nei piccoli comuni italiani ove non è più presente, già da diverso tempo, alcun presidio sanitario pubblico.

Forte preoccupazione arriva anche da Federfarma Piemonte che in una nota sottolinea come l’ipotesi formulata dal ministero evidenzi «l’assenza di qualsivoglia forma di sviluppo della farmacia e la distruzione delle farmacie rurali». Diverso, però, il bersaglio della nota dei titolari piemontesi che preciaano come si tratti «dell’ultimo risultato della politica di Federfarma in materia di remunerazione. Nel mirino la politica della dirigenza Federfarma già messa “sotto processo” in occasioni passate. «La riforma della remunerazione» sottolinea la nota di Federfarma Piemonte «deve essere parte del processo di revisione del rapporto farmacia/Ssn e farmacia/cittadino, non deve ridursi invece a una mera conversione aritmetica dell’attuale margine percentuale (che comunque continuerebbe in questa versione ad avere un peso considerevole) o contesa contabile sul “fee for service”». Il disegno ministeriale è chiaro, secondo i titolari piemontesi «favorire la concentrazione della rete delle farmacie nelle mani di pochi gruppi di capitale, indebolendo fino a distruggere quello che, nella “vendita” del farmaco, è a tutti gli effetti l’anello più costoso, la farmacia rurale» concludono.

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