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Politica e Sanità

18 Gennaio 2013

L’esperto: mentre Big Pharma torna a crescere le farmacie annaspano


Il mercato farmaceutico dà segnali di effervescenza in questo inizio di anno, preludio, pare, a un 2013 ricco di novità positive per il pharma. Ad anticipare lo scenario le stime della Deutsche bank secondo la quale i nuovi farmaci in arrivo potrebbero generare vendite per 64 miliardi di euro nel periodo tra il 2013 e il 2015, mentre nello stesso periodo le quote perse a favore dei generici dovrebbero essere di 12 miliardi. E in tema di generici bisogna registrare l’imminente scadenza del brevetto del Viagra, il più famoso farmaco contro i problemi di erezione maschile, che ha scatenato la “corsa” tra varie aziende produttrici di farmaci generici per assicurarsene la produzione. In un simile scenario a rischiare di finire stritolate, soprattutto alla luce delle proposte sulla remunerazione che circolano in questi giorni, sono le farmacie, come conferma Carlo Ranaudo, docente di analisi di mercato presso la facoltà di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, che sul libro ha appena scritto un volume. «Le farmacie al pubblico rischiano sicuramente di essere penalizzate soprattutto alla luce di un sistema che prevede una quota percentuale alta e una quota fissa più bassa» spiega l’esperto. «Le farmacie si ritroveranno sempre di più a vendere generici sui quali il guadagno percentuale è minimale». Non a caso i farmacisti spingono per una maggiore diffusione della dpc e per il ritorno degli innovativi in farmacia. «Altra è la situazione per le aziende Pharma che» evidenzia Ranaudo «smaltito ormai quasi definitivamente (mancano solo Sildenafil, Salmeterolo + fluticasone e Telmisartan) l’impatto della genericazione dei blockbuster possono avere rilancio dai mercati di nicchia come quello degli oncologici o quello degli antidiabetici e delle malattie rare». Un cambio radicale per il mercato pubblico che si va arricchendo di molecole interessanti per patologie di nicchia e dal rilevante impatto sociale. Se perciò, le aziende, soprattutto quelle con un buon livello di innovativi, sono in grado di mantenere un discreto margine, la situazione è sicuramente più difficile per le farmacie.

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